Islam-s Editoriale. Sarkozy-Qaradawi-Fratelli Musulmani ovvero il caro prezzo delle scelte

Dopo la decisione della Francia di non concedere il visto d’ingresso a un gruppo di predicatori islamici, capeggiati da Yusuf al-Qaradawi,  shaykh di Al Jazeera e teologo di riferimento dei Fratelli musulmani, avevo accennato alla necessità di agire con coerenza sia in Francia sia in Europa e quindi di
mettere al bando tutte quelle associazioni che fanno riferimento ai personaggi in questione, dall’European Council for Fatwa and Research, presieduto da Qaradawi, con sede a Dublino all’European Muslim Network, presieduto da Tariq Ramadan, uno dei suoi estimatori, con sede a Bruxelles, dalla Federazione delle Organizzazioni Islamiche in Europa (FIOE) all’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia (UOIF), dal Muslim Council of Britain all’italiana Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII).

Nel frattempo la maggior parte delle suddette associazioni sono venute allo scoperto con dichiarazioni a sostegno del “moderato” Qaradawi. Innanzitutto l’UOIF che, ergendosi a rappresentante di tutti i musulmani di Francia, “si rammarica che il clima di sospetto nei confronti della comunità islamica sia all’origine di una polemica riguardo un’informazione disponibile da mesi”. Inoltre il comunicato ribadisce che “lo shaykh Qaradawi è un uomo di pace e tolleranza che ha operato in nome dell’apertura e la moderazione e le cui posizioni sono sempre state a favore della giustizia e della libertà dei popoli”. Parole che ci piacerebbe credere,
ma che sono vere solo in contesto islamico, laddove la pace e la tolleranza,
escludono la “legittima” resistenza, che ammette gli attentati suicidi, e
l’apostasia dall’islam, punita con la morte. Simile è il comunicato della FIOE che mostra “stupore” innanzi all’accaduto.

Se i comunicati appena citati dimostrano il legame ideologico di alcune associazioni islamiche che agiscono in seno all’Europa, una riflessione a parte merita un articolo, che ha il sapore di un comunicato, che appare sul sito ufficiale di Yusuf Qaradawi. L’autore di per sé è già significativo: Abd al-Bari Atwan, direttore del quotidiano londinese al-Quds, noto per le posizioni vicine all’estremismo islamico.

Sin dall’inizio accusa Nicolas Sarkozy di avere accondisceso, per biechi motivi elettorali, alle richieste dell’estrema destra e di avere quindi attaccato l’estremismo islamico in nome di un altro estremismo. Atwan rifiuta comunque la definizione di “estremista” nei confronti di Qaradawi e degli altri predicatori islamici che sarebbero, a suo dire, dei “moderati che si sono sempre opposti al pensiero di Al Qaeda”. Non solo, ma rammenta altresì che Qaradawi ha sostenuto con le sue fatwe l’intervento NATO in Libia e la liceità di uccidere Gheddafi, quindi, per analogia, Qaradawi
avrebbe sostenuto la politica estera francese. Così come oggi le sue fatwe
ammettono e invitano all’intervento in Siria.

L’articolo ribadisce che a influenzare il presidente francese è stata anche la potente lobby ebraica che non ha mai perdonato le posizioni del predicatore sulla questione israelo-palestinese, nel momento in cui giustifica gli attentati suicidi in quanto atto di resistenza a un’occupazione territoriale. Atwan sottolinea che le posizioni di Qaradawi non sono d’altronde molto diverse da quelle della baronessa Ashton, ministro degli esteri dell’Unione Europea, quando ha affermato: “Quando pensiamo a quello che è accaduto oggi a Tolosa, quando ricordiamo ciò che è accaduto in Norvegia l’anno scorso, quando apprendiamo ciò che sta accadendo in Siria, quando vediamo ciò che accade nella striscia di Gaza e in altre parti del mondo, ricordiamo ragazzi e bambini che hanno perso la vita.”

L’articolo si conclude con un parallelismo tra Sarkozy, Obama e Netaniahu che vengono accusati in modo elegante di tacere su molti crimini contro l’umanità che vengono perpetrati con il loro avvallo.

Ebbene, le parole del direttore di Al Quds sono gravi, ma meritano una seria riflessione. In primo luogo confermano che la lotta contro l’estremismo islamico deve essere continua e coerente.

L’occidente non può avvallare e appoggiare l’avvento dei Fratelli musulmani sulla sponda sud del Mediterraneo per poi impedirne l’ingresso sul suolo europeo. In Libia i Fratelli musulmani sono stati ufficialmente portati al potere da noi e così sarà in Siria, ma così facendo risulterà difficile tenere lontani da noi tutte le associazioni legate ai Fratelli musulmani che sono ben radicate in seno ai nostri paesi. Per fare un esempio italiano, il presidente emerito dell’UCOII Mohamed Nour Dachan, che ha sempre negato un’affiliazione ai Fratelli musulmani, ora è membro del Syrian National Council sotto l’insegna “Muslim Brotherhood Alliance”. Nel momento in cui i Fratelli musulmani assumeranno il potere in Siria, nessuno potrà più osare proporre una messa al bando dell’UCOII, che comunque è già ritornata a fare parte della Consulta delle Religioni del Ministro Riccardi. Come membro dell’ormai defunto Comitato per l’islam italiano presso il Ministero dell’Interno sono molto preoccupata
perché l’UCOII e i suoi membri sono legati ideologicamente a Qaradawi e a tanti predicatori che non solo accettano gli attentati suicidi in Israele, ma
considerano la vita sacra solo con le modalità previste dalla sharia, che esigono la libertà di religione e culto per i musulmani, ma non rispettano la
libertà di religione dei musulmani che vogliono convertirsi al cristianesimo.

Per ritornare a Sarkozy, la sua decisione e le reazioni da parte dei milieu
islamici devono assolutamente farci riflettere e agire in modo chiaro e
inequivocabile. Bisogna unire le forze, istituzioni e società civile devono
fare fronte comune affinché l’estremismo islamico, non i musulmani perbene, venga smascherato. Il doppio linguaggio, la dissimulazione, i discorsi ambigui devono finire e l’Occidente deve smettere di agire in base a interessi economici che fanno sì che sulla sponda sud del Mediterraneo dilaghi ormai la Fratellanza musulmana, nuocendo in primo luogo alle popolazioni locali, perché così facendo sdoganerà – anzi ha già sdoganato – i loro referenti europei che in nome della libertà di espressione e di religione vogliono mettere il bavaglio a tutti coloro che non la pensano come loro. Dobbiamo prendere decisioni forti e coraggiose prima che sia troppo tardi!

VALENTINA COLOMBO (Cameri, 1964) è docente di Cultura e Geopolitica dell’islam presso l’Università Europea di Roma e Senior Fellow presso la European Foundation for Democracy a Bruxelles. E’ membro del Comitato per l’islam italiano presso il Ministero dell’interno.

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