Dissimulazione e manipolazione delle menti: “Diritto romano e diritto islamico non sono per nulla incompatibili”

ROMA, 17 MAR – E’ dal dialogo tra due sistemi giuridici, che puo’ rafforzarsi quello tra due culture differenti. Diritto romano e diritto islamico non sono per nulla incompatibili, hanno al contrario molteplici punti in comune. Ed e’ su quei comuni elementi, o meglio principi, esistenti tra diritto romano e Sharia che due ordinamenti apparentemente molto diversi possono raccogliere le sfide che il mondo globalizzato sottopone loro quotidianamente. E’ questo il messaggio lanciato stamani nel corso della giornata di studi organizzata all’Universita’ ‘La Sapienza’ di Roma, dal titolo “Diritto romano e diritto islamico: fondamenti religiosi e giuridici, comune elaborazione di un sistema giuridico per la globalizzazione in atto”.    ”Equita’, giustizia, pace, sono questi alcuni dei principi che avvicinano i nostri due ordinamenti”, ha ricordato il professor Jaafar Abd el-Salam, dell’Universita’ egiziana di Al Azhar e segretario generale della Lega delle Universita’ islamiche, organismo che raccoglie 150 atenei. ”I nostri due ordinamenti possono e devono convergere a beneficio dei popoli del Mediterraneo”. La Sharia, ha proseguito Abd el-Salam, non e’ affatto incompatibile con il mondo moderno, tutt’altro. Ed è ad essa, spiega all’ANSA a margine del convegno cui partecipano giuristi di molti Paesi arabi, ”che anche la nostra futura costituzione si richiamera”’. Un richiamo già esistente nella Carta costituzionale egiziana (art.2), ma a cui probabilmente la maggioranza dell’Assemblea costituente che si riunira’ il 24 marzo prossimo al Cairo non rinuncera’ al momento di redarre la nuova Costituzione. ”Il fatto che la Sharia sia fonte primaria del diritto è per noi un principio intangibile”, ha ribadito Abd el-Salam. Tra i 100 componenti della Costituente, ci sono anche dieci giuristi di Al Azhar. Quale assetto costituzionale l’Egitto post-Mubarak intenda darsi e’ ancora troppo presto per dirlo. ”L’idea – replica il docente – e’ quella di lavorare su di una limitazione della durata del mandato presidenziale, forse di soli 4 anni, e a un passaggio da Repubblica presidenziale a parlamentare. Un sistema, questo, che consentirebbe una maggiore alternanza al potere e forse sarebbe in grado di impedire il ripetersi di una tirannia. Ma fino a ora non c’è nulla di ufficiale”. Nel redarre la nuova Carta costituzionale quale sara’ l’apporto di Al Azhar? “Il nostro contributo si concentrera’ soprattutto nella difesa dei valori islamici, nella protezione e nel consolidamento della famiglia musulmana”.

Certo, un riferimento alla tolleranza e al rispetto di tutte le religioni diverse dall’Islam dovra’ esserci, sottolinea.

“Nessuna legge ordinaria potra’ contravvenire a questo principio. Ma il fondamento del nostro diritto rimane la Sharia”. Eppure questo continuo richiamo alla Sharia fa paura non soltanto ai cristiani d’Egitto ma anche all’Occidente. “Poco importa che faccia paura al resto del mondo – replica Abd el-Salam – spetta a noi scegliere in che modo intendiamo disciplinare i rapporti tra Stato e cittadini”. (ANSAmed).

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