Meglio la democrazia della tecnocrazia.

ROMA, 19 Mar – “Though our leaders may not like it, the best way to achieve change is by voting them out of office” (“Sebbene ai nostri leader possa non piacere, il modo migliore per cambiare le cose è farli fuori col voto”).

L’ha scritto un autore americano, Roger Osborne, e la frase è tratta dal libro: “Of the People by the People”.
Dobbiamo questa citazione a Piero Ostellino, maestro dell’idea liberale e acuto osservatore della complicatissima situazione che stiamo vivendo.
Scrive Ostellino (Corriere di oggi; pagina 61) :”A certi intellettuali – colpiti da
improvvisa “afonia democratica” (perdita di voce politica dovuta ad alterazione tecnocratica) – il governo dei tecnici piace assai più della democrazia rappresentativa”.
Le italiche teste d’uovo gradirebbero una “prorogatio sine die” del polpettone tecnocratico, pur di impedire al “popolo bue” di esercitare il democratico diritto del voto.
Malgrado tutto, meglio i partiti della tecnocrazia.
Meglio la democrazia della tecnocrazia.
Di certi intellettuali pensate quello che vi pare.
Un’idea di costoro me la sono fatta, e non mi lascio fregare.

guglielmo donnini

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