Immigrazione 2011: nel Canale Sicilia 2.200 morti annegati! Nessun responsabile?

MILANO, 19 GEN 2012 – Nel 2011 sono 60 mila arrivati in Italia da Libia e Tunisiastate. 28 mila le persone arrivate in Italia in fuga dalla Libia in fiamme, anche se in gran parte non si e’ trattato di libici ma di cittadini provenienti da altri Paesi africani. Altrettante sono state quelle arrivate dalla Tunisia dopo la caduta di Ben Ali.

Un incremento nel normale flusso migratorio che ha avuto come effetto anche un’impennata nelle domande di asilo: 10.860 nei soli primi sei mesi dell’anno scorso, il 102% in piu’ rispetto all’anno prima, secondo stime al ribasso.

I dati dell’Unhcr, l’alto commissariato per i rifugiati, illustrano bene un aspetto delle conseguenze umanitarie provocate dai sommovimenti della cosiddetta primavera araba in nord Africa.

Un altro aspetto e’ quello di chi non ce la fa, e muore durante la traversata. ”Per il 2011 le stime parlano di 2.200 persone annegate nel canale di Sicilia, il numero piu’ alto in assoluto da quando e’ iniziato il fenomeno degli attraversamenti”, denuncia Christofer Hein, direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), che a Milano ha organizzato un convegno insieme alla Fondazione Ismu per discutere di questi temi. ”E l’emergenza – afferma – non e’ ancora finita”.       Molti sono quelli che hanno trovato rifugio in Lombardia, tra beneficiari del soggiorno temporaneo e richiedenti asilo. Ad oggi, secondo la Fondazione Ismu, sono presenti 3.037 profughi arrivati dal nord Africa. ”La Lombardia – afferma l’assessore regionale alla Famiglia, Giulio Boscagli – e’ una delle regioni piu’ accoglienti grazie ai suoi centri. Certo, ci sono problemi aperti, come il tempo molto lungo che passa tra l’accoglienza e il riconoscimento dello statuto giuridico e il fatto che queste tematiche dovrebbero essere affrontate in modo comune a livello europeo”. (ANSAmed).

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