Truffa all’Inps: disoccupati in Italia e piloti all’estero

VERONA – Tra cassa integrazione e indennità continuavano a percepire circa 7.000 euro al mese, risultando di fatto disoccupati in Italia, mentre svolgevano la loro attività di piloti assunti da compagnie aeree mediorientali, con stipendi presunti fino a 9.000 euro.

La Guardia di Finanza di Verona ha smascherato una truffa ai danni dell’Inps perpetrata da tre piloti di aereo che nonostante beneficiassero della Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs), dell’indennità di mobilità e del trattamento previdenziale dello speciale Fondo Trasporto Aereo, arrivando a percepire una retribuzione in media pari all’80 per cento di quella originaria, invece di essere a casa senza lavoro, erano riusciti a farsi assumere come piloti di linea in compagnie aeree aventi sede in Paesi del Medio Oriente.

Per continuare a percepire la Cassa Integrazione, si erano ben guardati dal comunicare la nuova occupazione all’Ente Previdenziale. Fra questi c’era chi in un anno è riuscito a percepire indebitamente un importo netto pari ad 84 mila euro in quanto rientrante nel piano di mobilità adottato da una compagnia aerea con sede in Italia e 108 mila euro da una compagnia aerea sita in Medio Oriente presso la quale si era fatto assumere come comandante di Airbus.

Le tre persone sono state segnalate dalle Fiamme Gialle Veronesi alla Procura della Repubblica per i reati di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato e per il reato di truffa aggravata. L’attività investigativa sviluppata dai finanzieri della Sezione Spesa Pubblica di Verona, si è incentrata soprattutto su un’analisi delle informazioni riguardanti i piloti di aerei percettori di ammortizzatori sociali, sulla base delle richieste inoltrate a varie sedi provinciali Inps, per lo più nel Nord Italia. Questi dati sono stati incrociati con le informazioni attinte dalle banche dati di rilievo internazionale in uso alla Guardia di Finanza. Questo ha permesso di portare alla luce la posizione dei tre piloti che, confidando nell’impossibilità di essere scoperti, prestavano la propria opera in paesi stranieri.

ansa

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