Islam-s.Newsletter n° 0 di: Valentina Colombo

Carissimi Amici, questo è il numero 0 della Islam-s Newsletter che avrà cadenza settimanale e  che diventerà anche un sito. L’intenzione è quella di contribuire a far conoscere la  pluralità dell’islam e delle sue voci. Diffondetela a chi ritenete opportuno con la preghiera di farmi pervenire la richiesta di iscrizione da chiunque fosse  interessato a ricevere la Newsletter regolarmente. Oltre alla Newsletter vi  terrò informati su eventuali miei interventi o notizie che ritengo interessanti  per l’approfondimento di un tema così complicato e delicato.

Un caro saluto  e buona lettura da, Valentina Colombo Docente di Geopolitica dell’islam, Università Europea di Roma; Senior Fellow, European Foundation for Democracy, Bruxelles; Membro del Comitato per l’islam italiano, Ministero dell’Interno

NEL mondo vivono circa un miliardo e trecento milioni di musulmani che abitano in territori che vanno dal Marocco all’Indonesia, dallo Yemen all’Europa stessa.

Ebbene sin da questa affermazione risulta ben chiaro che è impossibile parlare sia di islam con la i maiuscola sia di islam al singolare.

Esistono in teoria dei fondamenti, dei precetti comuni che rappresentano il “minimo comun denominatore” tra tutti i musulmani, ma a ben guardare anche su alcuni precetti fondamentali vi sono distinzioni e differenze ben precise.

Non è difficile immaginare che un musulmano marocchino non sarà uguale a un musulmano indonesiano, così come un musulmano saudita non sarà uguale a un musulmano albanese. D’altronde se si parte dal presupposto che l’islam è una religione che non prevede intermediari tra il credente e Allah, quindi non prevede sacerdoti, non ha un’Autorità, ne consegue che se esistono un miliardo e trecento milioni di musulmani, potrebbero in teoria esistere un miliardo e trecento milioni di islam diversi.

Un altro errore in cui non si deve incorrere è quello di identificare i musulmani con gli arabi e viceversa. Da dove deriva questa confusione? Deriva dal fatto che il Corano è stato rivelato “in dizione araba a che abbiate a comprenderlo” (Corano XII, 2).

L’arabo è la lingua sacra della rivelazione coranica. Il Corano deve essere recitato in arabo. Tuttavia non tutti i musulmani sono arabi e non tutti gli arabi sono musulmani: esistono anche arabi cristiani e arabi ebrei. Solo il 13% dei musulmani è arabo
ovvero l’87% non lo è! Inoltre i Paesi a maggioranza islamica con il maggior numero di abitanti non sono arabofoni. Mi riferisco all’Indonesia con 205 milioni, seguita dal Pakistan con 143 milioni, segue il Bangladesh con 123 milioni. Anche le principali minoranze islamiche nel mondo ci conducono a un mondo non arabofono: la minoranza islamica in India è di 174 milioni, in Cina supera i 20 milioni.

Per venire a una realtà più vicina a noi l’Unione Europea 16 milioni di musulmani e l’Europa in senso lato 53 milioni. Accanto a
noi la Turchia, non arabofona, con i suoi 69 milioni di abitanti. Il mondo islamico è composto quindi di realtà e soprattutto di persone completamente diverse tra loro.

Sarà questo il compito della newsletter che parte oggi con il numero 0.

L’ambizione è quella di presentare la pluralità dell’islam e dei musulmani, di evidenziare persone e fatti che ci fanno ben sperare e che possono dialogare con noi, di non negare le differenze fondamentali tra l’islam e le altre religioni, nella totale convinzione che solo l’informazione corretta potrà contribuire a un vero dialogo tra persone.

ISLAM-S DIZIONARIO ALLAH.
Quando si parla di Dio nelle tre religioni monoteistiche si tende ad affermare che si tratta dello stesso Dio. E che quindi proprio questo Dio può essere considerato il tratto unificante tra ebraismo, cristianesimo e islam e il punto di partenza per il dialogo.
Purtroppo a un attento esame non si può fare a meno di constatare che si tratta di tre monoteismi e tre divinità completamente diversi. Il Dio del cristianesimo, ad esempio, si è incarnato in Gesù ed è Uno e Trino. Il Dio dell’islam, Allah, è un dio cui “nessuno è pari” e che “non generò né fu generato” (Corano, CXII).

E’ vero che, come riporta la citazione coranica tratta dal preambolo del documento Una parola comune(www.acommonword.com), il Corano afferma che Dio è Uno e l’Eterno, ma subito dopo, al versetto 3 della stessa sura non riportato dai saggi islamici, si legge “Non generò né fu generato” dove si evince una chiara presa di distanza dalla Trinità cristiana.

Un fatto che non a tutti è noto è che Allah era conosciuto agli arabi sin dall’epoca preislamica. Era una delle divinità meccane adorate nella Caaba, alla quale ci si recava già in pellegrinaggio, in quanto sede del pantheon preislamico.

Con molta probabilità ne era già la divinità suprema.

Prima della rivelazione coranica nella penisola arabica se non si era ancora giunti all’elaborazione del monoteismo si stava comunque affermando l’enoteismo, ovvero una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo in cui viene venerata inparticolar modo una singola divinità senza tuttavia negare l’esistenza di altri dèi accanto ad essa.

Nella poesia preislamica ricorre di frequente la parola ilah, “dio”, preceduta dall’articolo determinativo al- per indicare soprattutto una divinità impersonale.

In un’iscrizione del VI secolo è attestato il nome proprio ‘Abd Allah, “servo di Dio”.

Le ipotesi sull’origine del termine Allah sono molte. La più diffusa è quella che lo vuole contrazione di al-ilah, in tal modo si avrebbe la perfetta corrispondenza con la divinità femminile preislamica Allat, “la dea”.

La divinità, nella prima rivelazione coranica ovvero nel periodo meccano, è chiamata “tuo Signore”, quasi a volerlo porre in continuità con le divinità preislamiche per le quali si utilizzava questo appellativo.

Sin dal principio si presenta come unica anche se nei cosiddetti “versi satanici” che Allah avrebbe abrogato dalla sura LIII si sarebbe auspicata a un certo punto l’intercessione delle divinità preislamiche, Allat, Manat e ‘Uzza affinché contribuissero alla
diffusione del nuovo credo.

In seguito viene chiamata sempre più spesso Clemente, attributo ricorrente nella basmala ovvero nell’invocazione che
apre ogni sura del Corano e che recita “Nel nome di Dio Clemente Misericordioso”.

Il Dio dell’islam è anche Onnipotente, decreta, predestina, tutto è sottomesso alla Sua volontà. Infine Dio non viene più invocato come l’Onnipotente, per lasciare spazio al termine Allah. Mentre inizialmente il Dio coranico è paziente e
misericordioso, ben presto, a seguito delle difficoltà incontrate da Maometto nel diffondere l’islam, diventa spietato con gli
infedeli ovvero con chi non si converte al nuovo credo, in prima istanza i politeisti meccani.

Riassumendo, nell’islam Allah è il solo e unico Signore, estremamente trascendente, come si evince dal cosiddetto versetto del Trono (II, 255). E’ vicino a chi lo prega (II,186), è testimone e arbitro supremo nelle discussioni (IV,59), perdona i credenti e castiga i ribelli (ebrei, apostati e ipocriti) e soprattutto gli “associazionisti”, termine con cui vengono indicati i politeisti, poiché
l’associazionismo è l’unico peccato irremissibile. Il contesto medinese ne  fa spesso un Dio guerriero che difende i credenti e li soccorre nelle difficoltà.
Il Dio coranico che prescrive anche di combattere e uccidere, non è in nulla equiparabile al Dio che si è fatto uomo del cristianesimo.

Si obietta talvolta che anche il Dio dell’Antico Testamento sia altrettanto crudele.

Tuttavia l’ebraismo e il cristianesimo non pretendono di mettere in pratica oggi l’esempio divino così come descritto nell’Antico Testamento. L’estremismo islamico, viceversa, nella sua interpretazione letterale del Corano non consente di storicizzare la rivelazione e quindi di abrogare i versetti che richiamano alla violenza. Tanto che i proclami di Al Qaeda così come quelli di movimenti come Hamas, Hezbollah e Fratelli musulmani tracimano di citazioni coraniche che invocano e giustificano il ricorso alla forza.

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