Montezemolo, da dove arriva?

“Una stagione politica è finita. Ci vuole una classe politica nuova. Il momento della denuncia è passato. Si apre una nuova fase e le differenze fino a ieri inconciliabili saranno molto meno importanti.

(…) Vorrei riunire tutte le eccellenze italiane, politiche, economiche, culturali e civili, per recuperare una visione comune.(…) Riforma elettorale: via il premio di maggioranza, ai cittadini la scelta dei parlamentari. Poi, diminuire le tasse a chi produce. Lo Stato tagli, venda e chiuda.

(…) Nel 2013 tutto dovrà cambiare. (…) Italia sul ciglio del burrone. La priorità è salvarsi dal default.

(…) Vogliamo dare una casa alle eccellenze civiche:insegnanti, ricercatori, forze dell’ordine, sindaci, artigiani, medici.

(…) Si dovrà avviare il dialogo con i politici sani, moderati e riformisti,quelli che, soprattutto nei due principali partiti, di maggioranza e di opposizione, cercano di far emergere messaggi di ragionevolezza e pragmatismo-

(…) Nessuno deve anteporre ambizioni personali, la squadra conta più del singolo. L’Italia non ha bisogno di partiti dei padroni, né di alchimie tecnocratiche o elitarie.

(…) Nessun esponente serio della classe dirigente economica si presti a operazioni di finto rinnovamento”.
È indubbio che le parole di Montezemolo facciano pensare a un uomo che sta tornando in Italia dopo vent’anni trascorsi all’estero. Da quell’Italia, vista per quattro lustri da Paesi esteri, sembra che Montezemolo non abbia tratto alcun vantaggio per sé e le sue aziende.

Guglielmo Donnini

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