A Tripoli si combatte la battaglia decisiva

 

Libia, ultima battaglia per Tripoli. Gheddafi avrebbe lasciato la città

Muammar Gheddafi


Si combatte per Tripoli, da dove arrivano notizie discordanti sulla rivolta contro Gheddafi con gli insorti che parlano di ‘battaglia decisiva’ mentre il regime avverte che non ci sarà nessuna resa.

Secondo quanto riporta al Jazeera, i ribelli libici hanno preso il controllo di quattro quartieri di Tripoli – Tajourah, Souq el-Gomaa, Urada e al-Sabaa. E nuove esplosioni si registrano oggi nella capitale.

Muammar Gheddafi, con un messaggio audio, ha lanciato un appello alla resistenza. Appello che il figlio Saif al Islam ha ripetuto alla televisione di stato, definendo i ribelli dei “delinquenti”. “E’ impossibile che noi ci arrendiamo, siamo nella nostra terra, se ci vorranno sei mesi, un anno o anche due non fa niente, aspetteremo”, ha detto il figlio del colonnello definendo “vittorie illusorie” quelle rivendicate dai ribelli.

Nel messaggio audio, Gheddafi ha detto che i ribelli sono dei traditori, mentre il suo portavoce, Moussa Ibrahim, ha aggiunto che nella capitale si sarebbero infiltrati solo un ristretto numero di insorti ma che sono stati eliminati ed ora la città è di nuovo ‘al sicuro’.

Più tardi è arrivata la notizia, riportata da fonti della capitale libica, che Muammar Gheddafi avrebbe lasciato Tripoli, di fronte all’avanzata dei ribelli, per trasferirsi, insieme alla sua famiglia, in una regione sulla frontiera con l’Algeria. Qui potrebbe contare sul sostegno e la protezione del suo clan Al Orban. Il suo piano sarebbe quello di fuggire in Algeria, ma non ci sono conferme in questo senso negli ambienti degli insorti.

Per il vice presidente del Consiglio Nazionale di transizione, Abdel Hafiz Ghoga, si è ai momenti finali della rivolta: “L’ora zero è iniziata, i ribelli a Tripoli si sono sollevati”, ha detto spiegando che questi sono in stretto coordinamento con le forze di Bengasi.

Bisogna essere molto cauti in questo campo. Quello che vi posso confermare è che effettivamente, il numero due del regime di Gheddafi è in Italia e che vi sono delle cellule che stanno operando a Tripoli. Per il resto bisogna comunque essere cauti”, ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa. “Non vi è dubbio però che adesso si può parlare di un momento estremamente favorevole per gli insorti. E’ un momento – ha aggiunto La Russa – in cui si può sperare di fare un passo decisivo per la soluzione della nostra presenza e del conflitto che è in atto in Libia”. “Però – ha ribadito – bisogna essere cauti, bisogna aspettare. Io sono convinto che accanto all’azione militare che gli insorti stanno mettendo in atto e all’azione della Nato affinché siano protetti i civili, ci sia sempre bisogno della forte azione politica e diplomatica. Ma credo – ha concluso La Russa – che anche quella si stia muovendo”.

admkronos 21 agosto 2011

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