Arriva il caldo attenti all’ozono, l’Azienda Usl fornisce alcuni consigli

COMUNICATO STAMPA

Se in autunno inverno sono polveri fini, benzene e ossidi di azoto a preoccuparci, in primavera-estate è la concentrazione di ozono ad aumentare sensibilmente per effetto di reazioni fotochimiche. In tutti i casi la causa dell’inquinamento atmosferico resta in primis il traffico veicolare urbano.

L’ozono infatti si crea quando i gas inquinanti emessi dalle automobili, dalle industrie, ecc., reagiscono in presenza della luce solare (smog fotochimico). Le più alte concentrazioni si rilevano nei mesi più caldi e nelle ore di massimo irraggiamento solare, fra le 12 e le 17.

L’ozono può diminuire la quantità di aria che si riesce a respirare e rendere più difficile respirare profondamente, può aggravare l’asma e altre patologie respiratorie come enfisemi e bronchiti e provocare l’infiammazione del sottile strato di cellule che riveste le vie respiratorie. La maggior parte di questi effetti sono considerati a breve termine e cessano una volta che la persona non è più esposta ad alti livelli di questo gas.

All’Ozono in aumento si associano gli effetti negativi delle elevate temperature ed umidità ambientali che in questi giorni potranno raggiungere picchi molto elevati. A questo riguardo, gli studi scientifici ci dicono che alte concentrazioni di Ozono aggravano i rischi sanitari determinati dal  grande caldo

Soggetti a rischio
I soggetti maggiormente a rischio sono i bambini, che in estate trascorrono all’aperto molto tempo e fanno molta attività fisica e soffrono maggiormente di asma o di altre malattie respiratorie che sono aggravate dall’esposizione all’ozono. In generale devono comunque fare molta attenzione persone già affette da malattie respiratorie croniche che rendono i polmoni più vulnerabili agli effetti di questo gas. Questo gruppo include molte persone anziane.

I consigli del medico
Per concentrazioni superiori di ozono, è opportuno per tutti, ed in particolare per i gruppi a rischio, ridurre il più possibile l’esposizione, ventilando gli ambienti domestici nelle ore più fresche della giornata, alla mattina presto e alla sera – spiega la Dr.ssa Lanzarini Serena, Responsabile  dell’Articolazione Salute dell’abitato e delle comunità Dell’Unità Operativa Igiene e Sanità Pubblica dell’Ausl di Imola –  I soggetti a rischio devono assolutamente evitare di svolgere attività fisica all’aperto nelle ore più calde e di massima insolazione della giornata, tra le 12 e le 17.

Paradossalmente, i livelli di ozono sono più alti nelle aree verdi e non inquinate: qui l’ozono che si forma nelle zone urbane o industriali viene trasportato dalla brezza e non trova inquinanti primari (in particolare ossidi di azoto) con cui ricombinarsi chimicamente, restando quindi libero. Per questo motivo è importante che le persone più sensibili all’ozono evitino attività fisiche all’aperto nelle ore più calde, anche e soprattutto in zone non inquinate, dato che queste attività aumentano la frequenza respiratoria producendo una maggior penetrazione del gas nei polmoni.
Inoltre è bene seguire una dieta ricca di sostanze antiossidanti, come la vitamina C contenuta nella frutta e verdura (agrumi, fragole, kiwi, pomodori, peperoni, patate); la vitamina E di cui sono ricchi i germogli di grano e di soia, la lecitina di soia, l’olio di semi di girasole, di soia e di mais crudo; il selenio, presente nel pesce, nei legumi, nella carne, nell’aglio e le fibre contenute nei prodotti integrali e nella frutta e verdura fresche”.

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