Mercato ittico: come la UE ricatta i Paesi terzi

pesce12 GIU – La Commissione europea e’ pronta a passare dagli avvertimenti alla preparazione di restrizioni commerciali – come la chiusura delle frontiere – alle importazioni di quei Paesi terzi che non dimostrano di voler cooperare nella lotta contro la pesca illegale. Lo ha annunciato all’Assemblea europea a Strasburgo la commissaria Ue alla pesca Maria Damanaki spiegando che, degli otto parner extra-Ue che sei mesi fa avevano ricevuto un avvertimento da Bruxelles, i governi di ”Belize, Cambogia e Guinea, ad oggi non hanno mostrato di voler essere cooperativi.

Il loro attuale atteggiamento – ha precisato la commissaria – non mi lascia altra scelta per i prossimi passi, che potrebbero comportare misure commerciali nei loro confronti”. Al contrario – ha proseguito – Figi, Togo, Sri Lanka e Panama – ”hanno fatto progressi credibili nell’ambito di una cooperazione chiara”.

Con Vanuatu invece, una missione e’ in corso”.

E’ la prima volta che la Commissione europa annuncia di essere pronta a passare dagli avvertimenti ai fatti. Bruxelles stima ”che il 16% di tutto il pesce catturato in mare importato nell’Ue sia frutto della pesca illegale”. In questo impegno la Commissione Ue e’ sostenuta dagli UsA. Ogni anno infatti, ”vengono catturate illegalmente tra 11 e 26 milioni di tonnellate di pesce, ossia almeno al 15% delle catture mondiali, per un valore complessivo di 10 miliardi di euro”.

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