Prodi: UE e Usa contano poco, l’Asia e’ la vera’ novita’

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16 apr – ”Abbiamo bisogno delle profezie della politica”, ripete alla fine del suo intervento Romano Prodi, dopo aver parlato di grandi cambiamenti della politica e dell’economia mondiale che mettono alla prova l’Europa.

Sono i temi dell’annunciata ”lectio magistralis” di Prodi presso l’Universita’ pontificia San Tommaso D’Aquino di Largo Angelicum. Siccome siamo alla vigilia delle elezioni del presidente della Repubblica e il nome di Prodi non viene escluso, il Professore disperde i cronisti arrivando un’ora prima del convegno per visitare ogni angolo dell’Universita’.

”Non dico niente. Posso solo sorridere. Sulle divisioni che provocherei chiedete a mia moglie”, risponde subito a chi gli chiede se si sente in pole position per il Quirinale.

Conferma che domani partira’ per l’Africa, quindi nessun pathos per la sua candidatura al Colle.

Prodi inizia il suo ragionamento parlando di questo secolo come quello ”asiatico”: ”Gli Stati Uniti hanno perso la loro centralita’. Non sono piu’ in grado di governare il mondo da soli. L’Asia e’ la vera’ novita’: in dieci-dodici anni la Cina, che ha quattro volte la popolazione americana, superera’ gli Stati Uniti in quanto a Pil. E in piu’ i Paesi emergenti come Russia, India e Brasile guardano alla Cina che e’ l’unico Paese al mondo che eporta uomini, tecnologie e beni”.

Prodi conosce bene il pianeta Cina, che frequenta come consulente di molte universita’: ”L’Asia, i cinesi in particolare, sono molto influenti in Africa e America latina”. Gli Stati Uniti, e’ la conclusione, non potranno piu’ governare il mondo da soli.

L’ex premier si sofferma su un apparente paradosso: ”Se non si considera l’Europa, si puo’ dire che l’economia mondiale va bene. L’Asia cresce. L’Africa crescera’ quest’anno di un 5%. Gli Stati Uniti hanno scoperto nuovi giacimenti di gas e petrolio sul proprio territorio oltre a crescere di un 2%. Il mondo e’ piu’ interessante di prima anche se e’ piu’ iniquo con il crollo totale della classe media”. Prodi si sofferma poi sui problemi dell’Europa: ”Contiamo poco o nulla. Il varo dell’euro, dieci anni fa, andava accompagnato da una poltitica comune su scala europea.

Oggi l’Unione soffre di eccesso intergovernativo: prima decideva la Commissione, oggi decidono le riunioni del Consiglio europeo mentre la Germania pensa di poter fare da sola”. Dopo aver citato positivamnete i discorsi programmatici e ”profetici” del primo periodo del mandato di Barack Obama, Prodi conclude: ”Serve una nuova leadership anche in Europa. Abbiamo un grande bisogno di politica, delle profezie della politica”.

Segue un’ora di dibattito nel quale il Professore evita accuratamente di parlare dell’attualita’ politica italiana.

”Non dico niente. Puo’ stare tranquilla”, dice a una docente di Storia dell’Arte che gli augura di essere eletto al Quirinale. ”E’ proprio un vizio il suo”, ribatte sorridente quando la docente ripete che Prodi sarebbe un ottimo presidente della Repubblica.

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