Sentenza Karlsruhe. La fine dell’Unione Europea sarà domani?

di Gianmarco Landi

Tre mesi fa, una sentenza della massima magistratura giudicante tedesca sugli acquisti dei titoli di stato da parte della Bundesbank (banca centrale tedesca), ha stabilito che la Banca della Germania “non è un organo puramente esecutivo della Banca centrale europea (BCE), ma è soggetta al diritto tedesco”, e ciò pone un enorme problema sulla vita della Unione Europea. Domani  5 agosto 2020, a meno di svolte inaspettate da parte della Corte di Karlsruhe attesa ad una ulteriore e significativa sentenza, la Bundesbank non potrà più comprare titoli di Stato e ciò costituisce l’anticamera dell’uscita della Germania dall’euro, quindi la fine della zona euro. Bisogna infatti considerare che oltre a non poter  comprare titoli di Stato sul mercato secondario, la Bundesbank dovrebbe svendere tutti quelli che ha già acquistato per alcune centinaia di miliardi di euro, così provocando una grossa tempesta sui mercati.

Il rischio che la moneta unica si spacchi è molto più che probabile: è imminente!

La sentenza sul PSPP (Public Sector Purchasing Program) della Corte costituzionale federale ha segnato una frattura fra i due sistemi giuridici, quello della UE e quello della Germania, con una concezione della ‘Costituzione’ tedesca concettualmente resa dalla summenzionata Sentenza equivalente  a quella che vi è nel Regno Unito, benché la Carta dei tedeschi non sia una vera e propria costituzione sortita da un cammino secolare e da un processo democratico fondante.  I disegni e le costruzioni degli europeisti UE, secondo i quali una costituzione può essere modificata passo dopo passo da Trattati internazionali e/o  dei tribunali di grande istanza, si sono duramente scontrati con la tradizione democratica inglese di una forte governance parlamentare, da cui si è poi originata la  Brexit e il successivo manforte che l’Amministrazione Statunitense ha iniziato a dare alla Democrazia inglese, portando detrimento all’UE.

Domani si dovrebbe chiudere il conflitto tra la Corte costituzionale tedesca e la Corte di giustizia europea (CGE), cioè due tribunali di cui solo uno può avocare a sé l’ultima istanza, con ciò profilando il ritorno degli Stati nazionali come protagonisti della geopolitica.  Il conflitto è poggiato su una questione facilmente risolvibile ponendosi una banale domanda:

l’UE è un’organizzazione internazionale o uno stato federale?

 Se l’UE fosse uno Stato Federale allora la Giustizia Europea e i contenuti di tutti i Trattati potrebbero avere una sorta di rango nella Gerarchia delle Fonti  del Diritto Sovra-Costituzionale, ma poiché l’UE non è uno Stato Federale, la Corte di Karlsruhe ha l’ultima parola su cosa sia Legge e cosa invece no. L’UE è perciò molto prossima alla fine secondo me, perché alla luce di una seconda sentenza che domani dovrebbe ribadire  questi concetti di per sé stessi evidenti, un qualsiasi politico tedesco o un qualsiasi banchiere centrale della Bundesbank, dovrebbe adeguarsi per forza, senza più alcuna possibilità di infrangere la legge per poter continuare il cammino della UE.

Quando i benpensanti europeisti sorridevano per irridere al senso della spedizione dei soldati di Trump in Germania ai sensi dello SHAEFF LAW, non capendo cosa andassero a fare, essendo loro certi, così come lo erano, di una leadership politica della Merkel sicuramente difficile da mettere in discussione,  hanno sbagliato di gran lunga a ridere per primi, dato che ride bene solo chi ride per ultimo. La posizione di forza della Corte costituzionale federale tedesca in procinto di scassinare l’UE,  è una parte essenziale del patrimonio politico del dopoguerra lasciatoci dalle due grandi Democrazie della Tradizione Angloamericana, ed è paragonabile alle disposizioni previste dalla Legge fondamentale secondo le quali le truppe tedesche, anche se sono sotto un comando internazionale, non possono essere dispiegate senza un mandato parlamentare strettamente definito. In poche parole le disposizioni costituzionali che hanno tranquillizzato gli USA all’atto di lasciare dopo la 2° guerra la Germania Ovest all’autodeterminazione del popolo,  sono i poteri di suprema portata attribuiti alla Corte costituzionale federale, i quali rappresentano una restrizione alla capacità dei governanti tedeschi di agire a 360°, sia in politica estera che interna.

E questo è il caso delle possibilità di acquisto dei titoli, nell’ambito del quale non è stato impedito alla Bundesbank di partecipare al programma di acquisto previsto, ma all’atto di farlo è emerso un vulnus alla radice del Governo tedesco, che non può soverchiare l’Ordinamento posto a tutela del popolo.  Ed infatti la  Corte ravvisa il fatto che gli atti degli organi dello stato tedesco come quelli della Bundesbank, possono violare i diritti democratici e politici di base dei cittadini tedeschi, in quanto non sono coperti né dalla Legge fondamentale tedesca né dal diritto internazionale attraverso dei trattati  ratificati dallo stato tedesco. L’Alta Corte tedesca, obbedendo al mandato costituzionale, domani dovrebbe sancire con una ulteriore sentenza il fatto che l’UE, la BCE e la Corte di giustizia europea non possono in alcun modo estendere la loro giurisdizione a scapito dei diritti dei cittadini tedeschi tutelati dalla Costituzione tedesca.

 La sentenza attesa per  domani dovrebbe implicare  che le costituzioni non possano essere modificate incidentalmente, e quindi senza il trasferimento di poteri dagli Stati Nazionali ad uno Stato Federale europeo, ogni pretesa di una qualche organizzazione  UE rispetto agli esercizio di sovranità degli organi degli stati nazionali è, è stata, e sarà da intendersi come concettualmente abusiva.

C’è quindi solo una strada per fare in modo che la UE sia ancora sovrana così come lo è stata in questi anni de facto: una revisione in senso federale dei trattati. Ma una revisione del genere può essere esclusa sia oggi sia nel prossimo futuro,  a causa dell’eterogeneità degli interessi degli attuali 27 Stati membri, e della mancanza di consenso in tutti gli stati per attuare un qualsiasi processo in tal senso.

È uno spettacolo sublime poter apprezzare come i più idioti commentatori tv e i politologi da strapazzo,  non capiscano quanto sia stato intelligente e pesante l’affondo americano ai danni del governo tedesco, che  dopo la decisione sul PSPP della Corte costituzionale federale, vede la  Germania all’atto del suo turno di presidenza dell’UE, mandare in tilt l’Unione Europea!

La classe politica tedesca potrebbe accarezzare la tentazione di usare le proteste europee contro la Corte costituzionale federale per declassarne il suo rango all’interno della costituzione tedesca, ma così facendo amplierebbe le proteste di piazza dei tedeschi, che domenica hanno inondato Berlino con una  massiccia presenza dell’ordine di 2 milioni di partecipanti.

Milioni e milioni di tedeschi temono di essere depauperati da strumenti come il Recovery Fund o dalle situazioni preoccupanti in cui versa il Sistema bancario tedesco, sulle soglie del collasso da tempo, e la Corte di Karlsruhe gode di un’altissima considerazione e consenso popolare, e sarebbe un suicidio politico provare a ridurla di importanza proprio nel momento in cui essa emana sentenze a tutela dei diritti dei cittadini tedeschi per proteggerli da manovre di carattere finanziario che il 99,9% del popolo non è in grado assolutamente di comprendere appieno.

Una riduzione dei poteri della Corte costituzionale federale, postulato che Merkel abbia il coraggio di farla, sarebbe un suicidio in termini di consensi e in termini di un ritorno ancora più pervasivo dell’Amministrazione Trump in Germania.

 Ed è in ragione di queste situazioni di svolta politica epocale che occorre alimentare la narrativa del Corononavirus. Una modifica costituzionale che trasformi la Corte costituzionale federale in un tribunale di seconda istanza subordinato alla Corte di giustizia europea, ha possibilità solo se gli europeisti illiberali dessero l’impressione che ciò in qualche modo sia necessario ad aiutare alla lotta contro il Coronavirus, per scongiurare una catastrofe economica e politica. Creando caos economico e morti, la Merkel potrebbe anche strappare una maggioranza dei due terzi richiesta in parlamento, oggi impensabile perché  i parlamentari della CDU/CSU non ne vogliono sentire di apportare tale modifica. Considerate inoltre che i deputati dei Verdi al Parlamento europeo hanno chiesto alla Commissione di aprire una procedura formale di infrazione contro la Germania quantunque il governo tedesco non abbia fatto nulla per attuare la sentenza di 3 mesi fa sul programma di acquisto titoli, e non è nemmeno chiaro se mai lo farà.

Le procedure di infrazione richiedono tempo e, in ogni caso, alcuni stati membri sono spaventati chiedendosi cosa ciò significherebbe per la loro sovranità se l’UE dovesse riuscire a rivendicare per sé la sovranità schiacciando finanche quella dello Stato Tedesco. L’euro in realtà è un Eldorado per le elite tedesche, mentre non lo è affatto per il suo popolo, e nessuno ha capito perché l’Italia, la Spagna o la  Francia abbiano interesse a salavarlo dopo la fase di stagnazione capitalista e di ladrocinio tra aree geografiche, che ha portato grazie a retoriche e reprimende mediaticamente infuse.

Alla luce di quanto accade in Germania con l’implicito affondo di Trump per distruggere il Nazi-Europeismo della UE, si capisce la necessità dell’assalto alla  Carta costituzionale italiana bellamente perpetuato dal Governo Conte prorogando lo Stato di Emergenza, così come hanno sollevato i più insigni costituzionalisti italiani, anche in ragione dell’assenza dei presupposti sanitari.  Il Coronavirus e la devozione verso di esso da parte dei Media si comprende benissimo tra le righe delle enormi ragioni politiche che sia in America, sia in Europa, l’emergenza Covid cerca di tutelare creando uno scenario nuovo, a scapito della Democrazia.  Alla stessa stregua si comprende l’innesco della bomba biologica e sociale introdotta da clandestini, infetti e terroristi traghettati dalle navi di Soros e con la complicità piena del Ministro interno attuale,  nonché la ratio dispotica  di una piattaforma parlamentare che in Italia si è spinta fino al punto di processare il leader dell’Opposizione per l’esercizio di una sua funzione politica perfettamente coerente al suo programma e alla Legge italiana. Il covid 19 è pura narrazione politica nella concretezza di atti di guerra implicita al Popolo che, se sapesse quello che accade, scoppierebbe in una rabbia immensa ingovernabile. Tanto è vero questa considerazione che il Consiglio di Stato, con un decreto cautelare monocratico, ha sospeso l’effetto della sentenza del Tar Lazio su impugnazione del Governo, negando l’accesso ai verbali del Comitato Tecnico Scientifico Covid, e quindi che si sappia la verità sulle vere cause delle alte letalità per covid nelle aree più produttive della Nazione.

Se fosse solo una malattia, infatti, perché Conte  ha dichiarato che “la pubblicazione di tali atti danneggerebbe l’ordine pubblico?” e perché il Parlamento a maggioranza giallorosso impone a tutti gli italiani mascherine e bavagli a scapito soprattutto di chi contrasta la narrazione mainstream?

Ma per fortuna domani ci sarà una seconda sentenza della Corte di Karlsruhe e staremo a vedere se questo cazzotto alla Unione Europea non sia quello buono per mandare a tappeto il regime marcio, criminale e liberticida della UE, che come disse Craxi nel 1994, infatti, sarebbe stato per tutti noi, italiani ed europei, l’Inferno. Il grande leader del PSI purtroppo ha avuto ragione e in un cimitero cristiano, in quella tomba sulle sabbie di una spiaggia dell’Africa rivolta verso l’Italia, oggi tutti capiamo il valore  dell’epitaffio sulla sua tomba:

la mia vita equivale alla mia libertà.

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