Censura sui social e bavaglio alla libera stampa, ecco il sardino “antifascista”

Allucinanti le proposte lette dal palco di San Giovanni dal leader delle sardine Mattia Santori. Molto applaudito e coccolato dalla piazza romana, ma il decalogo che ha letto suscita interrogativi inquietanti.

Ecco ciò che ha detto Santori leggendo la piattaforma del movimento: “Pretendiamo che chi è eletto vada nelle sedi istituzionali a fare politica invece di fare campagna elettorale permanentemente. Che chiunque ricopre la carica di ministro comunichi solo sui canali istituzionali. Pretendiamo trasparenza nell’uso che la politica fa dei social. Che il mondo dell’informazione si avvicini alla verità e traduca questo sforzo in messaggi fedeli ai fatti. Che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma, che la violenza verbale venga equiparata alla violenza fisica. Chiediamo di abrogare il decreto sicurezza”.

Allucinanti proposte accolte al grido “libertà, libertà” – Una piattaforma che lascia perplessi, accolta dal grido “libertà, libertà”. Libertà sarebbe limitare l’uso dei social? Oppure controllare la stampa? O ancora trattare giuridicamente alla stessa stregua una violenza fisica e un’ingiuria? O impedire che Salvini si faccia selfie e li posti sui suoi profili social? Ancora più inquietante il fatto che il capo del Pd Zingaretti abbia definito “belle” le proposte lanciate dalla piazza di Roma.

E a proposito di un eventuale incontro col premier Giuseppe Conte Santori ha detto ai giornalisti: “Sì, ma è ancora presto per quella fase. Stiamo ancora lavorando sull’organizzazione delle piazze”. “Abbiamo registrato il marchio delle Sardine di Bologna – spiega Sartori – per evitare che sia strumentalizzato non per fare politica. E’ chiaro che nessuno può usare il marchio delle sardine per fare politica”.

“Come a Bologna e nelle altre città, qui non si passa” ha detto ancora Santori dal palco. “Le piazze hanno preso la forma dell’antifascismo e della lotta alla discriminazione. Con mezzi ignoti al sovranismo bieco, la gratuità, l’arte, il racconto della diversità”, ha affermato. “Le Sardine non sono mai veramente esistite, in quelle piazze c’erano solo delle persone capaci di distinguere la politica dal marketing”, ha aggiunto.

secoloditalia.it

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