Ingegnere del Togo si iscrive alla Lega: cacciato dalla onlus della Kyenge

Per Cecile Kyenge essere leghista è una colpa, una macchia indelebile. E lei, l’ex ministro all’Integrazione, non vuole aver niente a che fare con Matteo Salvini e i militanti del Carroccio. Proprio per questo la Redani, la onlus che sostiene progetti a favore degli immigrati, ha “espulso” del Consiglio direttivo Ekué Folly, ingegnere trentacinquenne del Togo che vive in Italia dal 2005. Da quando si è iscritto alla Lega Nord, hanno iniziato a fargli la guerra. E non importa a nessuno che ha tre lauree, e quindi il titolo per sedere nel Consiglio direttivo dela Redani, Ekué Folly è stato cacciato su due piedi.

Come riporta il Corriere della Sera, il Comitato direttivo della Redani, onlus nata con il contributo dell’ex ministro, ha deciso di cacciare Ekué Folly “per incompatibilità di valori fra l’adesione alla Lega Nord e l’appartenenza alla Redani che non può avere fra i suoi iscritti un aderente a un partito xenofobo e razzista”. Un sopruso che ha mandato su tutte le furie l’ingegnere del Togo che ha, quindi, citato in giudizio l’associazione per chiedere la reintegrazione. “Espulsione odiosa e sbagliata – ha tuonato l’africano che vive a Monselice con moglie padovana e due figli piccoli – innanzitutto perché la Lega Nord non è un partito xenofobo e razzista e poi perché la Redani, apartitica per statuto, mi ha eliminato per l’iscrizione a un partito”.

Alla onlus della Kyenge non voglio sentire ragioni. Niente leghisti tra le scatole. “La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri), organo del Consiglio d’Europa – argomenta lo scrittore africano Kossi Komia-Ebri, presidente della Redani – parla di ‘uso particolarmente intenso della propaganda razzista e xenofoba da parte della Lega Nord’ e di ‘importanti leader politici che hanno rilasciato dichiarazioni razziste e xenofobe’”. In reatà a pesare sulla decisione è proprio la Kyenge, membro e socio fondatore dell’associazione, e gli attacchi ricevuti dalla Lega Nord. “Contro di lei – continua Kossi Komia-Ebri – si è scagliata una violenta campagna razzista da parte della Lega e lui si è iscritto proprio alla Lega”.

Dal canto suo Ekué Folly difende l’iscrizione al Carroccio. “Sono un convinto sostenitore delle loro politiche sull’immigrazione – spiega al Corriere della Sera – non possiamo accogliere tutti, sono per un piano di rientro volontario nei rispettivi Paesi”. E racconta di aver pure provato a riappacificare i vertici della onlus. Ma non è andata a buon fine.

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