Il Pd umbro non conosce vergogna e punta a bullonarsi alle poltrone

Il Pd umbro non conosce la vergogna. Mentre i giudici parlano di una sanità “ostaggio di poteri occulti”, loro – i rossi incappati in uno scandalo che grida vendetta – farfugliano. Non vogliono che la presidente Marini (nella foto) vada a casa e che si debba rivotare per la regione. E sarebbe un secondo scandalo dopo la clamorosa delegittimazione della classe politica che governa l’istituzione.

La nuova resistenza: incollati alle seggiole – – Domani il consiglio regionale deve “decidere” sulla fine dei giochi. Il Pd è stato travolto dalla vergogna per l’inchiesta su sanità e concorsi e loro stanno ancora a cincischiare. Domenica arriverà a Perugia Zingaretti e rischia di dover fare i conti con un nuovo tipo di “resistenza”, quella degli incollati alle poltrone.
Si convocano addirittura assemblee per far sentire la voce degli iscritti contro lo scioglimento della regione. Ma si presentano in pochi, una trentina a Perugia e ancora meno a Terni. In pratica, i portaborse dei politici del territorio… Gli irriducibili non vogliono rinunciare a stipendi e privilegi solo perché la magistratura ha pizzicato la governatrice, l’assessore alla sanità, il segretario regionale del Pd, i dirigenti della Asl, annessi e connessi.

Pretesti per non mollare lo stipendio – – Pur di restare in carica, c’è chi si inventa – incredibilmente è quanto è stato recitato a Terni – la gestione dei fondi comunitari. La faccia tosta di chi non si rende ancora conto dell’indignazione popolare. Oppure, bisbigliano che prima di sciogliere la regione e andare a nuove elezioni, “bisogna riformare il sistema dei controlli“. Sarebbe come commissariare l’Avis con Dracula se pretendessero di decidere ancora loro in materia.

Questo Pd ignora che cosa sia la dignità, a partire da quella dell’istituzione, gravemente macchiata dai comportamenti illeciti di governo. Hanno tradito la speranza delle persone ma non se ne vogliono andare. E’ ora che Zingaretti getti la maschera e ordini ai suoi compagni di fare fagotto. Finora nessuno lo ha ascoltato. Lo spettacolo di queste ore è davvero patetico: se ne devono andare.

Francesco Storace

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