La Tunisia perseguita i gay, ma il Consiglio d’Europa attacca Putin

L’associazione ‘Shams’ – per la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia’ ha annunciato che il governo tunisino ha fatto appello alla decisione del Tribunale del 23 febbraio 2016 che ne autorizzava l’attività, convocando i responsabili di Shams davanti ai giudici il primo marzo. Shams violerebbe le norme della legge sulle associazioni e “i valori islamici della società tunisina, che rigetta l’omosessualità e ne proibisce un tale comportamento estraneo“.

Il ricorso del segretario generale del governo si baserebbe sul fatto che la legge tunisina, che punisce l’omosessualità all’articolo 23O del codice penale, proibirebbe dunque anche l’attività di associazioni che difendano tali pratiche.

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E il Consiglio d’Europa che fa?

(ANSA) – STRASBURGO, 5 MAR – “È particolarmente preoccupante che il sentimento omofobo sia attivamente alimentato dal Presidente e dalla chiesa ortodossa russa” e che come risultato “la stigmatizzazione e l’intolleranza nei confronti della comunità lgbt abbiano inevitabilmente messo radice” nella società. Lo denuncia l’Ecri, organo anti razzismo e intolleranza del Consiglio d’Europa, nel rapporto in cui analizza la situazione in Russia fino al 22 giugno del 2018, e in cui numerosi paragrafi sono dedicati alla situazione delle persone lgbt.

Mosca ha già informato Strasburgo di ritenere le valutazioni e le raccomandazioni fatte su questa questione “inaccettabili”, perché non riconosce il potere dell’Ecri nel proteggere i diritti degli lgbt, considerando questo ambito oltre il mandato di questo organismo di monitoraggio. Secondo l’Ecri “la retorica anti lgbt è divenuta una delle forme di discorso d’odio più comuni” in Russia.

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