Oggi in Italia, domani in Spagna: la decadenza del progressismo

di Giuseppe Fontana –  “Quos vult Iuppiter perdere, dementat prius” amavano ribadire i latini per sottolineare quanto Giove si diletti nel far perdere il lume della ragione a coloro che risultano essere invisi allo stesso. Seguendo il suggerimento ultrasecolare dei nostri padri ed a ben guardare l’attuale irrazionalità, scompostezza e scostamento dalla realtà che pare seriamente aver minato la credibilità del “fronte progressista europeo”, non ci resta che bearci supportati magari dalla convinzione che, al momento, gli Dei non possano esserci che propizi!

Accantonando i goliardici aspetti legati alla trascendenza, ciò che risulta esser significativa, in merito alla crisi che recentemente ha attanagliato la compagine governativa iberica, è l’irreversibile decadenza dell’agenda politica progressista che nei fatti si mostra sempre più alienata dalle reali esigenze dei popoli occidentali ormai stanchi di subire le utopistiche iniziative di chi, arroccato sulle proprie torri d’avorio, non ne comprende le reali istanze. Sta di fatto che, il socialista Pedro Sanchez, l’ormai deposto ex Primo Ministro, schiacciato dal mancato appoggio parlamentare, fino a quel momento garantito dai secessionisti catalani, cade per la mancata approvazione della Legge di Bilancio 2019.

Se è pur vero che, in un contesto democratico, le crisi e le cadute di governo susseguite da eventuali avvicendamenti tra opposte entità politiche sembra rappresentar il sale della terra, per la vicenda spagnola – ma non solo -, tutto ciò si traduce in espressione e sintomo di una riscontrata incapacità delle attuali forze di sinistra di concepire elementari proposte politiche, e dar seguito alle stesse, senza ricorrere al perentorio utilizzo di astruse congetture ideologiche ed utopistiche. In Spagna, tralasciando le vicende e le polemiche inerenti alla nave Aquarius, un eloquente esempio tra tutti risulta esser quello riguardante la strampalata proposta, formulata dello stesso Sanchez, che prevedeva, ad oltre 60 anni dalla sua edificazione, il trasferimento dalla Valle de los Caìdos della salma del “Caudillo” Francisco Franco morto, pensate bene, nel lontano 1975.

Agli occhi di un modesto osservatore,verrebbe naturale affermare “nulla in contrario… SE…”. Del resto, “SE” si desse per certo che i problemi di natura economica e sociale che attanagliano la Spagna, come l’intero continente europeo, provenissero dalla presenza di quella salma, verrebbe spontaneo e scontato dare il consenso affinché venisse traslata ed inumata altrove . E’ proprio sulla formulazione di quel “SE”, tesa a distinguere ciò che necessita realmente da ciò che risulta superfluo, che si evidenzia l’enorme divario esistente tra una mente pragmatica ed una ideologizzata. La verità è che purtroppo, le attuali forze progressiste europee, deficitarie di idee, sconfitte dalle storia ed invise ai popoli, rifugiano in ciò che mai hanno rinunciato, ovvero: l’odio.

Sia esso di classe, che rivolto contro il singolo, oggi ben mascherato ed avvolto da un ingannevole umanitarismo, si rinnova come strumento di lotta e persecuzione verso chi, democraticamente, si discosta da quel “pensiero” che ha come obbligo e fine quello di dover divenire, a tutti i costi, unico e comune. In considerazione di ciò,non deve destare sorprese del resto se, innanzi a tale ipocrisia, le forze sane e libere presenti sulla penisola iberica, raccoltesi in decine di migliaia attorno a Rajoy e al canto di “Cara al sol”, ribadiscono il loro dissenso innanzi a tali scelleratezze ed alienazioni.

Meritevole di citazione è anche il recente assalto alla sede del governo albanese, avvenuto a Tirana nei giorni scorsi, che ci aiuta maggiormente a comprendere quanto sia elevato il grado di correlazione esistente tra gestione del potere, frutto del sodalizio tra forze neoliberiste e progressiste, e reazioni insurrezionali di matrice spontanea e popolare. Confucio, i cui insegnamenti etici si fondavano su principi come rettitudine e giustizia, soleva affermare che ”Ci sono due errori che si possono fare lungo la via verso la verità… non andare fino in fondo, e non iniziare”.

Pertanto, il percorso già intrapreso vedrà, alle prossime elezioni europee, un fondamentale ed importante banco di prova, innalzi al quale, le nobili istanze identitarie e sovraniste, non potranno mancare all’appuntamento con la storia. Paseremos!

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