Senato, Monti istiga Conte contro Salvini: “Come fa a sopportarlo?”

tv.liberoquotidiano.it – – Il senatore a vita Mario Monti ha approfittato della presenza del premier Giuseppe Conte al Senato per sottoporlo a un severissimo intervento sui suoi doveri da presidente del Consiglio. Quel che proprio non si spiega l’ex premier Monti è come faccia Conte a sopportare una situazione come quella in corso nel governo, con i due vicepremier inevitabilmente ingombranti, visto che sono i leader dei due partiti di maggioranza: “La Costituzione le dà modo, anzi le impone di dirigere la politica del governo”.

Monti non cita mai direttamente i vicepremier, anche se a un certo punto lancia un esempio che è molto più reale che ipotetico: “Se per esempio un ministro degli Interni, con proprie dichiarazioni, plasma la politica estera italiana, così come poi viene percepita dalla stampa estera internazionale, non solo reca un vulnus che non so come lei faccia a tollerare, al presidente del Consiglio, al ministro degli Affari esteri e qualche volta al ministro degli Affari europei. Ma offre anche un contempt to parliament, perché le camere vengono espropriate dalla possibilità di vigilare la politica estera del governo”. Inutile aggiungere che il riferimento di Monti è a Matteo Salvini.

Le critiche di Monti hanno riguardato l’intero operato del governo, colpendo in particolare i modi con cui l’esecutivo procede: “Siamo di fronte a uno schema Penelope, altri distruggono di giorno o di notte, nel caso di specie, il lavoro che fa. Si è trattato di gravi errori di posizionamento dell’Italia in Europa e di gravi errori del modo di rapportarsi con l’Europa. Io ho definito un passo avanti e non indietro la revisione della manovra: ma dal punto di vista della politica europea per l’Italia è stata una Caporetto”.

“Lei ha esperienza e conosce la Storia – ha aggiunto Monti parlando a Conte sono i continui voltafaccia che hanno costruito nei decenni l’immagine di un’Italietta che abbaia ma non morde: non bisogna né abbaiare, ma comunque portare con forza le proprie posizioni negoziali. Perché un’Italia che fa così, dà agli Paese il gusto di non prendere sul serio le sue minacce e qualche volta il gusto di metterla sotto. Ci manca solo che l’Italia dia a un vicepresidente del Consiglio che lo chiede un mandato per trattare con l’Europa”.

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