La libertà di parola in questo paese è defunta: diciamo la verità

di Silvana De Mari

La libertà di parola in questo paese è defunta: diciamocela subito questa straziante verità, così evitiamo delusioni future. L’islamofobia sul suolo della UE è un crimine e la nuova Chiesa, che più nuova non si può perché non somiglia per niente a quella di prima, si trova anche lei sul suolo della UE e si adegua.

Anzi, fa di più. Mercoledì 18 aprile il giornalista Gianluca Martone è stato cacciato da un seminario sull’islam dal docente Paolo Palumbo.

All’Università Giustino Fortunato, è stato organizzato un ciclo di seminari del corso di Diritto Ecclesiastico dal titolo: ”Conoscere le religioni, costruire la società”, tenuti dal docente Paolo Palumbo. Il primo incontro si è svolto appunto il 18 aprile e riguardava l’Islam, con gli interventi dell’Imam Mustapha Gafir e del prof. Raffaele Santoro, docente dell’università Campania “Luigi Vanvitelli”. In realtà dire che Martone è stato cacciato è un termine eufemistico: non gli è proprio stato concesso di entrare, è stato bloccato sulla porta. Il docente Paolo Palumbo, gli ha intimato di non entrare nell’aula universitaria. Ripeto: un’aula universitaria, un luogo che, sempre, deve essere aperto a ogni cittadino. L’incontro era di cordialità e di amicizia, è stato spiegato, e la presenza di Martone non era gradita. E ancora una volta l’articolo 21 della Costituzione è stato considerato spazzatura.

Di cosa avevano paura? Che Martone alla fine della conferenza prendesse la parola e chiedesse conto?

Che chiedesse conto delle parole “uccidete gli infedeli ovunque si trovino” contenute nel Corano? Chiedesse conto dei sacerdoti sgozzati in Irak e Nigeria, e ora anche su suolo francese, dei fedeli uccisi nelle chiese facendole saltare o bruciandole, degli studenti cristiani uccisi in Kenia, degli imprenditori italiani uccisi in Bangla Desh, degli uomini vestiti di arancione che hanno invocato Gesù Cristo mentre li sgozzavano sul bordo del Mediterraneo, dei cristiani assassinati in Pakistan, di tutte le vittime del terrorismo. Chiedesse conto della violazione delle parola del Vangelo che affermano che la Verità e la Via passano solo da Gesù Cristo.

Sarebbe stato imbarazzante per il delizioso clima di cordialità e amicizia, la cordialità e l’amicizia si sarebbero un poi sporcate col sangue degli sgozzati e il fumo delle bombe. D’accordo, sarebbe stato poco elegante, meglio calpestarlo il sangue dei martiri, ma anche così c’erano altre soluzioni: il vecchio trucco di non concedere la parola, non tutti i convegni permettono gli interventi del pubblico.

Bloccare sulla porta, impedire l’ingresso a un giornalista in un aula universitaria per un convegno pubblico, fino ad adesso non lo avevamo ancora visto. Il totalitarismo 2.0 avanza ogni giorno con maggiore protervia.

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