Paralimpiadi, Bielorussia eroica: sfila anche con la bandiera russa

Per solidarietà con i paralimpici russi, eliminati dai Giochi, commovente è stato il gesto dell’atleta bielorusso Andrew Fomochkin che, insieme alla sua squadra, ha sfilato con la bandiera russa in occasione della cerimonia di apertura dei Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro. L’atleta ha potuto percorrere eroicamente circa un quarto della pista, prima che la bandiera gli venisse confiscata.

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Noi di ImolaOggi, come il segretario del Cremlino, Dmitri Peskov, abbiamo apprezzato molto questa dimostrazione di solidarietà. E come il presidente del Comitato Paralimpico russo, Vladimir Lukin, esprimiamo gratitudine alla delegazione bielorussa.

Il gesto simbolico ha voluto condannare la scelta (politica) di escludere i paralimpici russi, ma difficilmente non avrà conseguenze e si parla già di sanzioni. Nel caso, noi di ImolaOggi siamo già pronti ad una nuova petizione anche in difesa degli atleti bielorussi, naturale seguito di quella presentata per la Riammissione degli atleti paralimpici russi ai Giochi di Rio.

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Atleti bielorussi sfilano con la bandiera russa

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Se non tutti, molti ricorderanno infatti la nostra Petizione per la riammissione degli atleti paralimpici russi ai Giochi di Rio,  la cui esclusione è scaturita dalla guerra (fredda?) autolesionista dell’Occidente contro la Russia.

La squadra russa si era qualificata conquistando il maggior numero di posti disponibili ed avrebbe dovuto partecipare con 267 atleti in 18 discipline, ma il 7 agosto il Cpi (Comitato paralimpico internazionale), senza nessuna vergogna, annunciò candidamente la sospensione de facto degli atleti dai Giochi Paralimpici di Rio de Janeiro, compiendo il passo che il Cio si era rifiutato di fare.

Quella decisione del Cpi fu battezzata come “politica” dal mondo intero. Si evinceva chiaramente il risultato deciso dall’astio e dalla assoluta inadeguatezza del presidente, Philip Craven, un incapace a libro paga degli Usa e non del Cpi.
Craven infatti, non si limitò ad un professionale e pragmatico annuncio, ma ebbe la sfrontatezza di accusare direttamente il governo russo dicendo: “Penso che il governo russo ha lasciato catastroficamente sprofondare i suoi sportivi paralimpici. Le loro medaglie svuotate da ogni morale mi disgustano“. Craven, aggiunse anche molto altro su cui preferiamo sorvolare.

La decisione del Cpi fu una sorpresa per tutti, soprattutto in seguito alla decisione del Comitato Internazionale Olimpico (CIO) che, solo qualche settimana prima, aveva deciso di non ricorrere all’esclusione generalizzata di tutti gli atleti russi dalle gare, favorendo così i diritti individuali degli atleti piuttosto che la punizione generalizzata di un’intera nazione, in quanto una simile misura avrebbe pregiudicato i diritti degli atleti non coinvolti.

Fin da subito, ritenemmo questa umiliazione, questa esclusione di tutti gli atleti, lesiva dei Diritti Umani e decidemmo così di lanciare una Petizione per la riammissione (purtroppo, senza nessun esito almeno da questo punto di vista) degli atleti ai Giochi.

La Russia, pur consapevole che oramai prevalgono gli interessi delle multinazionali e della politica anche nello sport, fece ricorso al Tribunale arbitrale dello sport (Tas) ma senza alcun esito positivo.

Armando Manocchia – – @mail

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