Quel “bollo di povertà” sui pacchi alimentari. Un appello: “Cancellatelo”

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20 nov – Gli operatori della Caritas incontrano ogni giorno situazioni dove, alle sofferenze causate dalla povertà, si aggiungono quelle morali determinate dalla vergogna di trovarsi costretti a rivolgersi alla pietà pubblica. Succede sempre più spesso perché sono sempre più i “nuovi poveri†che fino a poco tempo fa conducevano un’esistenza modesta ma dignitosa. Fino a una malattia, alla perdita del lavoro, a un incidente. Nell’Italia della crisi basta poco per precipitare nell’indigenza.

“Prodotto per indigenti. Non commerciabileâ€, è l’avvertimento stampato sulla confezioni alimentari che vengono distribuite dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). La scritta è grande, ben visibile, sui pacchi che contengono pasta, riso, farina. Ed è una scritta che accentua quell’imbarazzo, spesso ferisce. E’ quando ha fatto notare, con una lettera aperta, l’associazione romana Salvamamma, in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia che si celebra proprio oggi. La richiesta è che quella scritta venga rimossa. Perché, come sottolinea la presidente dell’Associazione, Grazia Passeri, provoca “umiliazione e dolore†tornare a casa con quei pacchi sui quali è stampata una sorta di “tessera della povertàâ€.

C’è il caso di chi apre i pacchi prima di tornare a casa, per non mostrarne la provenienza. C’è chi chiude a chiave la cucina, per evitare che il compagnetto del figlio li veda. “Ho scritto questo appello – spiega la presidente di Salvamamme – perché è indispensabile capire a fondo la povertà veramente nuova di tanti italiani, che non conoscendola, non avendo anticorpi, ne restano devastati più di tanti altri: la dignità ferita rende loro penosa e difficile la ricerca di aiuto e il coltivare la speranza, non imponiamo loro un marchioâ€.

Un’ iniziativa pienamente condivisa dagli esperti. Ecco come l’ha commentata, in una dichiarazione all’agenzia Redattore sociale, la semiologa dell’università di Bologna Giovanna Cosenza: “Se sono ricco posso non dire quanti soldi ho. E perché se ne ho pochi devo essere etichettato? È giusto chiedere di eliminare quella scritta: e non perché avere pochi soldi sia motivo di vergogna, ma perché non si devono attaccare etichette in fronte a nessunoâ€. TISCALI