9 sett – L’ambiente che circondava Davide Bifolco è quello della malavita. Con lui sul motociclo, dice Daniela De Crescenzo sul messaggero c’era Arturo Equabile
Uno sbruffone, uno che girava nel quartiere a bordo di un «macchinone» decappottabile, incurante del provvedimento di arresti domiciliari prima e delle ricerche dei carabinieri, poi.
Al Rione Traino descrivono Arturo Equabile, il latitante sfuggito più volte alla cattura, come un malavitoso, ma anche come un bullo, uno capace di prevaricare i «guaglioni» più piccoli e di sbeffeggiare le forze dell’ordine. Faceva una bella vita, Equabile, raccontano nel quartiere, e anche se non lo avevano beccato, si mormora che avesse un ruolo nello spaccio degli stupefacenti.
Il quadro della situazione viene completato da un articolo di Rita Cavallaro su Libero. A Napoli puo’ succedere che
una persona sottoposta ad arresti domiciliari improvvisi una conferenza stampa per accusare le forze dell’ordine. Con altri addirittura a inneggiare alla camorra in favor di telecamera. Peraltro, è comprensibile che le forze dell’ordine non possano né vogliano gettare benzina sul fuoco. Anche se la ricostruzione dell’Arma è ferma: l’appuntato non ha premuto il grilletto volontariamente, né ha ignorato procedure che, di notte e in un quartiere difficile come il Traiano, prevedono in certe situazioni la pistola in pugno.
Tommaso Bifolco, il fratello della vittima. Ha 32 anni ed è agli arresti domiciliari perché a giugno del 2013, insieme ad altre 7 persone, è stato accusato di far parte di una banda che avrebbe messo a segno almeno 13 furti in appartamento, tra Napoli, Caserta, Salerno, Avellino e Benevento. Anche il fratello Alberto, 29 anni, era stato incastrato. Oggi Alberto ha l’obbligo di dimora notturna, così ha potuto partecipare al corteo in onore di Davide e scatenare la propria rabbia contro gli uomini in divisa.
«Lo Stato non ci tutela, la camorra sì» ha detto in sostanza. Tommaso invece, a causa di quella condanna, dopo un periodo di carcere ora è sottoposto agli arresti domiciliari, e dunque al corteo non c’è andato. Eppure, nonostante la misura alternativa alla cella predisponga il divieto assoluto di lasciare l’appartamento e parlare con persone non residenti nell’abitazione, Tommaso è uscito all’aperto e si è presentato davanti telecamere e cronisti per ingiuriare le forze dell’ordine. Le immagini lo mostrano prima seduto su una sedia di plastica vicino a un muro, con una folla intorno, e poi in strada, con una macchina sullo sfondo. Difficile pensare a una specifica autorizzazione di un giudice: probabile che le forze dell’ordine non siano intervenute proprio per non accendere ulteriormente gli animi.
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