Olii Rehn contro l’Italia: debito fuori obiettivo, privatizzare subito. Lo vogliono i mercati

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3 dic.- “Non state rispettando l’obiettivo. Ora privatizzazioni e spending review”. Cosi’ in una intervista a La Repubblica, il Commissario Ue per l’economia Olii Rehn. “Ho preso nota delle buone intenzioni del governo italiano su privatizzazioni e spending review. Ma lo scetticismo e’ un valore profondamente europeo. E io ho il preciso dovere di restare scettico, fino a prova del contrario – ha spiegato -.
In particolare, per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti del bilancio del 2014”.

(Il debito italiano è di 2079 miliardi di euro. Con le privatizzazioni potremmo realizzare meno di 10 miliardi)

In particolare, secondo Rehn, sul deficit “l’Italia e’ in linea, anche si di poco, con il criterio del tre per cento e questo ha consentito al Paese di uscire dalla procedura per deficit eccessivo che e’ importante per la sua credibilita’ sui mercati finanziari. Inoltre – ha aggiunto – l’Italia deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito e non lo sta rispettando. Per farlo lo sforzo di aggiustamento strutturale avrebbe dovuto essere pari a mezzo punto del Pil, e’ invece e’ solo dello 0,1 per cento. Ed e’ per questo motivo che l’Italia non ha margini di manovra e non potra’ invocare la clausola di flessibilita’ per gli investimenti”.

Rehn ha sottolineato che “le privatizzazioni daranno un piccolo contributo a migliorare l’efficienza del sistema economico e, forse, a ridurre il debito in parte gia’ l’anno prossimo. La spending review e’ molto importante, ma sara’ ancora piu’ importante se riuscira’ a mettere in pratica tagli di spesa che abbiano effetto gia’ nel 2014. Le nostre previsioni di febbraio saranno un appuntamento molto importante per l’Italia. Se il governo per quella data ci fornira’ risultati concreti e soddisfacenti, ne terremo conto per calcolare i possibili effetti sui margini di manovra a disposizione del Paese”. E riferendosi ai momenti peggiori della crisi, Renh afferma: “se io facessi incubi, rivivrei l’angoscia del periodo di agosto e novembre del 2011 quando l’Italia era al centro della tempesta sui mercati finanziari”.

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