Dopo Renzi, al pari di Attila, in Italia non crescerà piu’ un filo d’erba

merkel-renzi

28 sett – Bruciata la carta Monti, in fase di rapido declino quella Letta, ai massoni reazionari che affamano l’Europa rimane un altro asso utile per annientare la ricchezza privata italiana: Matteo Renzi. Se i padroni del vapore avessero voluto per davvero, all’indomani del fallimento della Lehman Brothers, evitare il ripetersi di fenomeni allarmanti per la tenuta dei “mercati internazionali”, avrebbero favorito la rapida approvazione di nuove leggi e regolamenti utili in tal senso. A partire dal recupero dello spirito dello Steagall Act di rooseveltiana memoria.

Siccome invece, come cominciano a capire persino le bestie, la scusa della “crisi” (mamma li turchi!) fornisce un alibi eccezionale per avallare manovre che in altri tempi avrebbero meritato l’attenzione di una corte marziale, allora tutti fanno finta di non capire e di non vedere. L’Europa, sotto il giogo di una massoneria reazionaria e perversa che si riconosce dal ghigno del Venerabile Draghi, è preda della bramosia ipocrita e assassina di una genia occulta che gode dell’appoggio interessato di tutti i grandi mezzi di comunicazione. Grillo e Casaleggio compresi naturalmente.

La Germania della Merkel recita il ruolo della nazione kapò, ossessionata dal rigore e dal rispetto dei conti, pronta a fare la predica alle solite spendaccione cicale del sud.

La Francia, nazione vicekapò, si barcamena tra vecchi sogni di gloria e un presente tutt’altro che roseo, guidata da un presidente imbelle e infingardo come Hollande pronto a rimangiarsi le promesse fatte in campagna elettorale perché opportunamente richiamato agli ordini da quegli stessi mondi che, prima di lui, costrinsero l’ex premier greco Papandreu a lasciare docilmente spazio alla Troika onde scongiurare possibili e sgradevoli “incidenti di percorso”.

Portogallo, Grecia, Irlanda e la stessa Spagna rappresentano le cosiddette nazioni-cavie, vendute dai rispettivi premier corrotti dalla tecnocrazia sovranazionale al fine di permettere il pacifico prosieguo di veri e propri esperimenti eugenetici su larga scala. Dal punto di vista macroeconomico, infatti, le ricette imposte ad esempio alla Grecia per “uscire dalla crisi” non avevano e non hanno alcun senso. Dal punto di vista criminologico, invece, rappresentano un caso di eccezionale rilevanza.

La massoneria reazionaria globale ha dimostrato nei fatti che è possibile torturare popoli interi senza l’utilizzo di lager e bisturi. Il sogno di Mengele si è realizzato a distanza di anni senza neppure lasciare in giro fastidiose tracce di sangue. L’Italia sta nel mezzo. Non  abbastanza forte da rimanere immune dal piano di annientamento scientifico che colpisce i paesi più deboli, ma neppure tanto debole da poter essere insanguinata e svuotata con estrema facilità. Per questo l’attenzione dei moderni tecno-nazisti si è concentrata ultimamente in maniera morbosa sull’Italia. Perché il Belpaese rappresenta un bocconcino estremamente prelibato da spolpare, ancora relativamente ricco e in possesso di una struttura produttiva in grado potenzialmente di fare ombra pure ai tedeschi.

Rigettare l’Italia nella più nera povertà, scaraventandola violentemente nel girone che accoglie i paesi in via di sviluppo, costituisce l’obiettivo prioritario e dissimulato oggi pervicacemente inseguito dai massoni-nazisti Draghi, Van Rompuy e compagnia. L’arrivo al potere del contro-iniziato Mario Monti, grazie alla complicità del Presidente Napolitano (non per nulla premiato con una surreale riconferma che violenta la Costituzione), ha dato avvio alla mattanza.

Enrico Letta, scelto sempre da Napolitano e guardato a vista dal ministro Saccomanni, pacificamente considerato l’apprendista del maestro Draghi, sta naturalmente proseguendo sul solco tracciato dal bocconiano. Ma il colpo di grazia decisivo, quello per intenderci indispensabile per far sì che anche in Italia i nostri bambini svengano in classe per la fame, lo assesterà presto  l’attuale sindaco di Firenze.

Matteo Renzi, già volato a Berlino a baciare l’anello della Merkel, vincerà le prossime elezioni politiche (sempre che Napolitano non decida di congelarle per sempre per non disturbare i mercati). Dopodiché, forte della legittimazione democratica appena ricevuta, raderà al suolo il welfare tra gli applausi scroscianti della stampa collaborazionista a partire da Corriere della Sera, Repubblica e la Stampa. Renzi è oramai inarrestabile, come dimostra pure la vergognosa sottomissione di un invertebrato del calibro di Franceschini sempre pronto a servire il vincente di turno. Ma il potere di Renzi non dipende dall’appartenenza alla massoneria di suo padre Tiziano. Quest’ultimo, tutt’al più, avrà aiutato il figlio al fine di instradarlo in gioventù sul piano locale. Ma adesso Matteo, dopo aver dimostrato di saperci fare, brilla di luce propria. Una spintarella può anche servire per entrare nelle giovanili del Milan, ma di sicuro non basterà per garantire brillanti carriere anche a chi sbaglia i gol a porta libera. Renzi le sue carte se le è giocate bene ed è pronto al grande salto. Dopo di lui nulla sarà come prima. In Italia non crescerà più erba. E perfino il ricordo di Attila risulterà al confronto sbiadito.

Francesco Maria Toscano  – il moralista

SOSTIENI IMOLAOGGI
il sito di informazione libera diretto da Armando Manocchia

IBAN: IT59R0538721000000003468037 BIC BPMOIT22XXX
Postepay 5333 1711 3273 2534
Codice Fiscale: MNCRND56A30F717K

One thought on “Dopo Renzi, al pari di Attila, in Italia non crescerà piu’ un filo d’erba

Comments are closed.