Disabili costretti e elemosinare, condannata banda di romeni “Riduzione in schiavitù”

carcere30 lug – Accusati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani e alla riduzione in schiavitù, sette romeni sono stati condannati dal gup di Milano Chiara Valori a pene che vanno dai 10 anni agli 8 anni e 8 mesi, fino ai 7 anni e mezzo di carcere: avrebbero reclutato illegalmente nel loro Paese d’origine una schiera di connazionali, in gran parte disabili, e li avrebbero costretti, con sevizie di ogni genere, a mendicare ai semafori e sui vagoni della metropolitana o a rubare per poi intascare â€i proventi†dell’accattonaggio e la refurtiva.

La decisione è arrivata in tarda mattinata al termine di un processo che si è celebrato con rito abbreviato. Il giudice ha in sostanza accolto le richieste del pm della Dda milanese Laura Pedio che ha ereditato il caso dal collega Antonio Sangermano, fino a qualche mese fa titolare di un’indagine che poco meno di un anno fa aveva portato la polizia locale ad arrestare 12 romeni, in gran parte nomadi.

Secondo l’inchiesta, gli â€schiavi†erano comprati in Romania da famiglie molto povere, che per 20 o 50 euro mettevano a disposizione degli aguzzini i propri parenti, affetti talora anche da gravi handicap.

Persone fra i 20 e i 75 anni, valutate in base alla propria condizione fisica: più la disabilità era importante, maggiore era possibilità di guadagnare in strada. Una volta conclusa la trattativa, la â€merce†(cosi’ erano definiti dagli sfruttatori) veniva trasferita in Italia su furgoni risultati dagli accertamenti veri e propri â€carri bestiameâ€. Arrivati in Italia le vittime venivano addestrate su come utilizzare le stampelle e chiedere l’elemosina.

Inoltre è stato scoperto che ogni â€schiavoâ€, ovviamente acconciato con abiti stracciati e â€miserabiliâ€, era obbligato a rendere almeno 30-50 euro al giorno, a seconda della zona in cui operava, anche se ci sono stati casi, come quello di una ragazza costretta a gattonare nella metropolitana, in cui una sola persona rendeva anche 60 mila euro al mese. Nonostante le cifre raccolte, i malcapitati erano costretti a dormire per terra in una casa diroccata del quartiere Bisceglie, in via Calchi Taeggi, dove la sera venivano sfamati soltanto con un tozzo di pane.

E tutto ciò è durato per almeno più di un anno, fino allo scorso 25 settembre quando, con l’operazione â€Ade†– chiamata così proprio per sottolineare la condizione infernale in cui versavano le vittime – 32 disabili sono stati ‘liberati’ e l’organizzazione criminale smantellata. Oggi in sette sono stati condannati. A pena espiata saranno espulsi.

milanotoday.it