Manovra, fondi a fondazioni legate a Napolitano e Minniti: è polemica

Minniti

Nella manovra spuntano fondi per la Fondazione Napolitano e per la Fondazione Med-Or di Minniti. Stanziamenti approvati trasversalmente, tra polemiche politiche e interrogativi sulle priorità di spesa.

Tra le misure più discusse contenute nel maxiemendamento alla legge di Bilancio spicca un finanziamento da 200 mila euro complessivi destinato alla neonata Fondazione Giorgio Napolitano ETS. Il contributo, pari a 100 mila euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027, è stato inserito all’articolo 1, comma 913, e rappresenta uno dei casi più rapidi di assegnazione di fondi pubblici a un nuovo ente.

La particolarità sta nel fatto che la fondazione guidata da Walter Veltroni è stata formalmente registrata come ente del Terzo settore solo il 24 novembre 2025, poche settimane prima dell’approvazione della manovra. Nonostante ciò, è stata subito inclusa tra i beneficiari dei contributi statali.

L’obiettivo dichiarato: valorizzare la figura di Napolitano

Secondo quanto indicato nel testo della norma, il finanziamento rientra in un più ampio sostegno a fondazioni e associazioni intitolate ai Presidenti della Repubblica. L’obiettivo è promuovere attività culturali e formative rivolte in particolare alle giovani generazioni, con l’intento di diffondere i valori costituzionali, il ruolo dell’Italia nel contesto europeo e la tutela dell’unità nazionale.

Il contributo assegnato alla Fondazione Napolitano è stato affiancato a quelli già previsti per realtà storiche come la Fondazione Luigi Einaudi e altri enti analoghi.

Un emendamento trasversale che unisce maggioranza e opposizione

Il finanziamento nasce da un emendamento presentato inizialmente in Commissione Bilancio del Senato dalla senatrice di Fratelli d’Italia Paola Ambrogio, ma sottoscritto anche da rappresentanti di quasi tutti i gruppi parlamentari. Tra i firmatari figurano esponenti di Forza Italia, Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Alleanza Verdi e Sinistra e Autonomie.

Una convergenza sorprendente se si considera che Giorgio Napolitano è stato una figura fortemente divisiva nella politica italiana. Durante il suo mandato da Presidente della Repubblica fu duramente criticato, in particolare da settori della destra e dal Movimento 5 Stelle. In passato, esponenti oggi al governo avevano espresso giudizi molto duri sul suo operato, arrivando a contestarne apertamente la rielezione.

Le critiche del passato e il cambio di clima politico

Napolitano fu accusato da parte del centrodestra di aver favorito la caduta del governo Berlusconi e di aver inciso sugli equilibri politici nazionali. Anche il Movimento 5 Stelle, durante il suo secondo mandato, arrivò a mobilitazioni di piazza contro la sua riconferma al Quirinale.

Alla luce di queste posizioni, l’ampio consenso raccolto oggi intorno al finanziamento della fondazione a lui dedicata rappresenta un cambio di clima politico significativo, che non è passato inosservato nel dibattito pubblico.

Fondi anche alla Fondazione Med-Or di Marco Minniti

Nel testo definitivo della manovra compare anche un altro stanziamento destinato a far discutere: 400 mila euro complessivi, suddivisi tra il 2026 e il 2027, per la Fondazione Med-Or guidata dall’ex ministro dell’Interno Marco Minniti.

Il finanziamento è finalizzato a sostenere attività di studio e ricerca sulle interferenze straniere, in particolare quelle riconducibili alla Russia di Vladimir Putin. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la tutela degli interessi nazionali e contrastare minacce ibride come la disinformazione, il sabotaggio delle infrastrutture strategiche e le interferenze nei processi democratici.

Ricerca e sicurezza al centro del dibattito

Secondo quanto riportato nel testo approvato dal Senato, i fondi serviranno a produrre studi, analisi e pubblicazioni sulle attività di influenza russa in Europa e nel Nord Africa, con un focus sui rischi per la stabilità democratica e la sicurezza nazionale.

Anche questo finanziamento, come quello destinato alla Fondazione Napolitano, ha acceso il dibattito politico, riaprendo il confronto sul ruolo delle fondazioni, sull’opportunità dei contributi pubblici e sulla trasparenza nell’assegnazione delle risorse.

(Associated Medias) – https://associatedmedias.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *