La UE annuncia un “Centro per la Resilienza Democratica” contro la disinformazione

Ministero della veritĂ  European Newsroom

Il 1984 doveva essere un avvertimento, non un manuale di istruzioni

da The Islander  – Bruxelles ha appena annunciato la sua ultima creazione: un “Centro per la Resilienza Democratica” per combattere la disinformazione estera. Traduzione? L’UE sta creando il proprio Ministero della VeritĂ .

Dicono che serve a “contrastare le narrazioni russe e cinesi”. Ma in pratica è un sistema per controllare la parola, la memoria e il dissenso, mascherato da “resilienza”. MonitorerĂ  giornalisti, influencer e persino cittadini comuni, decidendo cosa si qualifica come veritĂ .

La chiamano “resilienza”, ma in realtĂ  è fragilitĂ  mascherata da virtĂą, la paura che un’idea alternativa, un’interpretazione storica, un articolo che non segua la linea atlantista possano minare l’intera illusione. Così creano una corporazione paneuropea di fact-checking e una rete di influencer approvati dallo Stato per “sensibilizzare”. Non sarĂ  necessario bruciare libri quando si può semplicemente limitarne la portata.

La logica dell’UE è orwelliana alla lettera:

La guerra è pace. (Chiamarono la censura “protezione”). La libertĂ  è schiavitĂą. (Chiamarono la propaganda “resilienza”). L’ignoranza è forza. (Chiamarono l’obbedienza “unitĂ ”).

Il tempismo racconta la storia. Bruxelles sta perdendo il controllo, sulla sua narrativa economica, sui suoi cittadini, sulla narrativa di guerra che ha spacciato per salvezza. Mentre il dissenso si diffonde da Parigi a Praga, non stanno discutendo idee e incoraggiando il dibattito, le stanno mettendo al bando. Un impero burocratico che non suscita piĂą fiducia ora cerca di costruirla per decreto.

Ed ecco il vero pericolo: una volta che la “veritĂ ” diventa un prodotto autorizzato dallo Stato, tutto il resto diventa contrabbando. Oggi tocca alla Russia. Domani a chiunque ponga la domanda sbagliata su migrazione, energia o NATO. Il nuovo “scudo democratico” dell’Europa non protegge la democrazia, ma corazza la tirannia con un linguaggio moralistico.

Ciò che è iniziato come un’unione di nazioni si è metastatizzato in un commissariato ideologico, determinato a dettare cosa è reale, cosa è storia e cosa può essere detto ad alta voce. I fantasmi del XX secolo devono ululare.

Il 1984 non doveva essere un progetto. Bruxelles ne ha semplicemente fatto un documento programmatico. Possiamo per favore far sì che il 1984 torni a essere un’opera di narrativa ammonitrice?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĂ  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *