Dal lavoro al cimitero, Ocse all’Italia: aumentare etĂ  della pensione

Sulle pensioni l’Italia dovrebbe “dare prioritĂ  all’aumento dell’effettiva etĂ  di ritiro”, e questo riflette “la necessitĂ  di limitare i sussidi ai pensionamenti anticipati e di attuare adeguatamente il collegamento dell’etĂ  di ritiro alla speranza di vita”. Lo afferma l’Ocse nel capitolo sulla Penisola del suo rapporto annuale sui sistemi previdenziali, “Pensions at a Glance 2019”. (Ma la speranza di vita non è affatto aumentata, ndr  Istat: decessi record nel 2017, giu’ la speranza di vita)

Lo studio rileva che se nel 2018 l’etĂ  standard di pensionamento, a 67 anni, era di 3 anni sopra la media dell’area Ocse, successivamente con il meccanismo Quota 100 sono stati in parte rimossi alcuni elementi delle precedenti riforme, fino al 2021. Mentre quest’anno non è stato attuato l’impegno a aggiornare il collegamento dell’etĂ  di pensionamento con la speranza di vita (che è diminuita, ndr).

Secondo l’ente parigino, la “sfida” attuale del Paese è quella di mantenere benefici adeguati con l’avanzare dell’etĂ  di pensionamento, limitando le pressioni contributive. Per garantire gli assegni futuri, invece, è necessario aumentare i tassi di occupazione, “specialmente tra in gruppi piĂą vulnerabili”.

Inoltre, secondo l’Ocse “l’equitĂ  di trattamenti di tutte le forme di reddito richiederebbe una convergenza delle aliquote contributive tra tutte le tipologie lavorative”. Anche per consentire assegni piĂą elevati ad alcune tipologie di lavoratori, come gli autonomi.Secondo l’analisi, se in media nell’area Ocse il reddito degli ulta 65enni è del 13 piĂą basso rispetto all’insieme della popolazione, in Italia invece è su livelli analoghi. Mentre l’incidenza della spesa pubblica in pensioni rispetto al Pil è la seconda piĂą elevata in assoluto di tutta l’area, con un 16 per cento. (askanews)