Oggi vi consigliamo un libro che non può mancare a chi ancora abbia voglia di discutere.
Sì, a chi non abbia perso – e sono molti – la voglia di smentire i più banali luoghi comuni. Si chiama Migranti!? Migranti!? Migranti!? (ed. Segno) ed è scritto dalla coraggiosa Anna Bono, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa dell’Università di Torino.
La Bono parte dai dati, non dai miti appunto. Ci spiega, senza giri di parole, che siamo di fronte a un fenomeno di immigrazione «clandestina», che gran parte di questi clandestini non sono «rifugiati politici» e che in Europa non arrivano i più poveri del Continente africano, ma una sorta di classe media alla ricerca di fortuna economica.
Nulla di male, per caritĂ . Ma tutto diverso da quanto il pensiero unico ci sta raccontando.
L’immigrazione irregolare, per di più, è diventato un fenomeno prettamente italiano: «Nel 2015 sono entrate illegalmente in Europa, via mare e via terra, 1.012.275 persone. Nel 2016 in totale gli arrivi sono stati 503.700, 363.348 dei quali via mare, con un calo di oltre il 50% rispetto al 2015.
RĂ©cemment, un navire de la marine Allemande “Rhine” a secouru 923 “rĂ©fugiĂ©s” au large des cĂ´tes libyennes & les Ă dĂ©poser Ă #calabria pic.twitter.com/YFaEKn0EbY
— LEDOUAISIEN (@LEDOUAISIEN) 17 luglio 2017
Nave tedesca traghetta migranti in Calabria. Osservateli
Invece gli emigranti irregolari approdati in Italia nel 2016 sono stati 181.045, quasi il 18% in più rispetto al 2015 quando sulle coste italiane ne erano sbarcati 153.842».
La Bono spiega nel dettaglio come gli altri Paesi europei abbiano reso sempre più difficile l’ingresso di irregolari. E chiosa: «Il messaggio è stato recepito. Decine di migliaia di emigranti, sebbene a malincuore, si rassegnano a restare in Italia. D’altra parte quasi tutti sanno di non possedere i requisiti necessari per ottenere lo status di rifugiato».
Si passa poi all’indispensabile distinzione, che non è solo linguistica, tra profugo, emigrante e rifugiato. Gli arrivi sulle nostre coste «provengono in gran parte dall’Africa e sono per lo più dei maschi giovani. Il 90% dei richiedenti asilo sono africani di età compresa tra 18 e 34 anni, i maschi sono circa l’87%».
Un popolo che parte
«non perché non ha niente, ma perché vuole di meglio e di più» e continua la Bono: «Sempre più gli italiani si convincono, anche senza conoscere i dati del ministero dell’Interno sulle richieste di asilo accolte, che con guerre e povertà tutti quei ragazzi che sbarcano in Italia hanno poco a che fare perché pensa la gente se davvero fossero fuggiti, come sostengono che sia, da conflitti e persecuzioni, da miseria e fame, apprezzerebbero di essere nutriti, vestiti, alloggiati, curati; dimostrerebbero gratitudine per i sacrifici che si sostengono per loro, si accontenterebbero di quel che ricevono, adattandosi, invece di avanzare pretese e rimostranze».
Se volete informarvi con numeri, senza un approccio ideologico, e con un’attitudine critica al fenomeno migratorio, correte a comprarvi il libro della Bono.
Nicola Porro, Il Giornale 16 luglio 2017

