I social network possono favorire la creazione di una “comunitĂ globale” sempre piĂą necessaria in un mondo che tende a polarizzarsi e dove si stanno rafforzando le tendenze isolazioniste. E’ quanto ha scritto in un “manifesto” di circa 6.000 parole Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Facebook.
“Ogni anno, il mondo diventa sempre piĂą connesso e questo è considerato positivo – ha scritto – però ci sono ancora persone in tutto il mondo emarginate dalla globalizzazione e movimenti che chiedono di ritirarsi dai rapporti mondiali”. Le persone devono anche affrontare sfide che stanno diventando “sempre piĂą globali”, come il terrorismo, i disastri naturali, le malattie, le crisi dei migranti e i cambiamenti climatici, sfide che “richiedono risposte coordinate da un punto di osservazione mondiale”.
Secondo Zuckerberg, “il progresso richiede che l’umanitĂ si riunisca, non solo nelle cittĂ o nelle nazioni, ma in quanto comunitĂ globale”. E a tal fine, il fondatore di Facebook ha riferito di aver disposto “l’investimento di sempre maggiori risorse a tale bisogno”, perchè “la mia speranza è che un crescente numero di persone impegni la propria energia per costruire l’infrastruttura sociale a lungo termine necessaria a riunire l’umanitĂ ”. askanews
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L’appello, guarda caso, arriva dopo che un gruppo di azionisti ha chiesto la rimozione di Mark Zuckerberg dal consiglio dei direttori di Facebook sostenendo che un presidente “indipendente” sarebbe piu’ in grado di “sorvegliare i dirigenti della societĂ , migliorare il governo societario e impostare una piĂą responsabile, “agenda pro-azionisti”
L’idea di cacciare di Zuckerberg viene dagli azionisti di Facebook che sono membri del gruppo SumOfUs, un‘organizzazione che si autodefinisce una comunitĂ online che si batte per mantenere la responsabilitĂ delle aziende su una varietĂ di questioni globali come il cambiamento climatico, i diritti dei lavoratori, la discriminazione, diritti umani, corruzione e presa di potere aziendale.
Facebook ha subito accuse dall’associazione per quanto riguarda il suo ruolo nella promozione di notizie fuorvianti; censura, incitamento all’odio e presunte incoerenze nell’applicazione delle linee guida su norme e contenuti; post in base alla razza; collaborazione con le forze dell’ordine e altre agenzie governative; e chiede responsabilitĂ Â per quanto riguarda l’impatto sui diritti umani”.
Insomma tutte le scuse da sempre usate per limitare la libertĂ di espressione.
Dopo le pressioni per sollevarlo dalla presidenza del gruppo, Zuckerberg ha risposto con questo appello che si piega alla totale globalizzazione dell’umanitĂ .
L’Ă©lite si infiltra dappertutto e, alla fine, neanche il proprietario ha libertĂ di movimento e voce in capitolo nell’azienda che ha creato.

