Ocse: da migranti effetti positivi su mercato del lavoro

lavoratori extracomunitari

“gli immigrati percepiscono una remunerazione mediamente inferiore del 34% a quella dei lavoratori della stessa età e dello stesso sesso nati nel Paese”

“Malgrado il rallentamento della crescita economica, i mercati del lavoro nei Paesi dell’Ocse restano sotto pressione, con penurie persistenti di manodopera in settori critici. Queste penurie non sono solo cicliche, ma riflettono cambiamenti strutturali legati all’invecchiamento demografico. Se le migrazioni non possono risolvere le sfide poste dall’invecchiamento delle popolazioni sul mercato del lavoro dell’Ocse, possono contribuire ad attenuarne gli effetti”

E’ quanto scrive il direttore per l’Occupazione, il Lavoro e gli Affari sociali dell’Ocse, Stefano Scarpetta, introducendo le Prospettive internazionali sulle migrazioni 2025 pubblicate oggi. ”Gli immigrati – si prosegue nel testo – sono lavoratori essenziali non solo nei settori della salute e delle cure, ma anche in altri settori come l’agricoltura, l’edilizia, l’alloggio, la ristorazione o le tecnologie dell’informazione”.

Secondo il rapporto Ocse, “le migrazioni professionali, permanenti o temporanee, sono rimaste ben al di sopra dei livelli pre-pandemici malgrado un lieve calo nel 2004, rispettivamente 32% e 26% al di sopra dei ivelli del 2019”.

“Se i datori di lavoro svolgono un ruolo cruciale nell’attrare talenti internazionali, sono anche essenziali per valorizzare le competenze degli immigrati già presenti nei Paesi di accoglienza”, puntualizza l’Ocse, evidenziando che al loro arrivon el Paese di accoglienza, “gli immigrati percepiscono una remunerazione mediamente inferiore del 34% a quella dei lavoratori della stessa età e dello stesso sesso nati nel Paese” in questione. Tra l’altro, gli immigrati “non lavorano solo nei settori meno ben remunerati, ma anche per quei i datori di lavoro che pagano meno in questi settori”. ANSA

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