“A seguito dell’avviso di conclusione delle indagini a carico della signora Maria Rosaria Boccia si apprende che il conduttore di Report Sigfrido Ranucci e il giornalista Luca Bertazzoni sono indagati per il reato 615 bis del codice penale (interferenze illecite nella vita privata) da parte della Procura di Roma, relativa alla nota vicenda della diffusione di un audio in una puntata di Report. Una scelta di voyeurismo televisivo, inutile, a fatti conclusi, che già criticai aspramente come commissario della vigilanza. Non è una querela per diffamazione ma una grave ipotesi di reato. Fatte salve le garanzie costituzionali che noi riconosciamo agli indagati fino a sentenza passata in giudicato, occorre notare, come Ranucci sempre solerte sugli altri, si sia guardato bene dal giustificare il suo comportamento”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, membro della Vigilanza Rai.
“La magistratura farà il suo corso ma è evidente che si pone un problema a carico della Rai sui comportamenti dei suoi dipendenti e collaboratori. Dai social, inoltre, apprendiamo che lo stesso Ranucci è stato ospite della Boccia in un podcast da lei condotto e che con la stessa persona, indagata in molteplici procedimenti giudiziari a Roma, a Pisa e a Napoli, avrebbe presentato il suo libro in provincia di Napoli. È evidente che la tutela della dignità delle persone è un confine che nessuno potrà travalicare. Nessuno gode di impunità e anche Ranucci deve rispettare le leggi. La Rai ha il dovere di attivare tutti i meccanismi interni previsti dalle normative e non fare sconti a nessuno”, conclude.
“Apprendiamo che il conduttore della trasmissione ‘Report’, Sigfrido Ranucci, insieme al giornalista Luca Bertazzoni, è indagato dalla procura di Roma per il grave reato di interferenze illecite nella vita privata in seguito alla diffusione di un audio riguardante la vicenda della signora Maria Rosaria Boccia – dichiara il senatore e capogruppo di Forza Italia nella commissione di Vigilanza Rai, Roberto Rosso – Ribadendo sempre e nei confronti di tutti il nostro fermo garantismo, quanto accaduto non può che indurre delle riflessioni sul tipo di servizio pubblico che si vuole proporre ai cittadini. La Rai non può diventare strumento di un gossip sguaiato. È perciò chiaro che l’azienda dovrà valutare le azioni di chi ne rappresenta il volto in tv”. Adnkronos