Fondi pubblici al cinema, un colossale imbroglio

Fondi pubblici al cinema, un colossale imbroglio

IMBROGLIO COLOSSALE TARGATO SINISTRA CHE FA IMPALLIDIRE PURE IL SUPERBONUS

(La Verità, Maurizio Belpietro, 22 Jun 2025)
Un sistema di finanziamenti pubblici al cinema, targato sinistra, si è trasformato in un colossale imbroglio, paragonabile al caos del Superbonus. La vicenda di Francis Kaufmann, alias Rexal Ford, presunto assassino di una donna e della sua bambina a Villa Pamphili, ha scoperchiato un malaffare che vede quasi un milione di euro di tax credit concessi per un film mai realizzato.

Questo scandalo, però, è solo la punta di un iceberg: un meccanismo di erogazioni a pioggia, senza controlli, che ha permesso a produttori e faccendieri di lucrare a spese dei contribuenti, con il Ministero della Cultura a fare da spettatore compiacente.

Il tax credit, riformato nel 2016 sotto i governi di centrosinistra, funziona come il bonus facciate di Conte: una società ottiene il credito fiscale, lo vende a banche o altre aziende per ridurre le tasse, incassa contanti e lo Stato paga. Ma se il film non esiste, come nel caso di Kaufmann, la truffa è evidente.

Il direttore generale del Ministero, Nicola Borriello, difende l’operato, sostenendo che la documentazione era in regola e bastavano pochi spezzoni per approvare il finanziamento, senza verificare l’effettiva realizzazione della pellicola. Un sistema così permissivo che ha permesso di gonfiare i costi di produzione, finanziando anche opere destinate a flop o mai girate, pur di ottenere fondi pubblici.

La Verità aveva già denunciato questo “pentolone” di sprechi, evidenziando come molti film, spesso ignorati dal pubblico, fossero prodotti in perdita solo per incassare i crediti fiscali. L’intervista a un operatore del settore ha rivelato il trucco: costi dichiarati esorbitanti per ottenere più fondi, anche per pellicole inesistenti.

La tragedia di Villa Pamphili ha portato alla luce un sistema marcio, cresciuto all’ombra di governi di sinistra, che ha trasformato il sostegno al cinema in un bancomat per pochi. Ora la Guardia di Finanza indaga, e il governo Meloni promette una stretta, ma il danno all’erario è già fatto, e il caso Kaufmann è un monito su quanto il sistema fosse fuori controllo.

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