UE, tassa sui turisti “per ripagare i debiti del Covid”

von der Leyen UE

Potrebbero essere i turisti americani e britannici a ripagare, almeno in parte, i debiti che l’Europa ha fatto durante la pandemia di coronavirus

L’Unione europea starebbe considerando di tassare i viaggiatori stranieri per restituire parte del debito comune di 350 miliardi di euro emesso per finanziare il Recovery Fund. La potenziale nuova tassa colpirebbe in particolare i turisti britannici, che già devono affrontare code più lunghe per i passaporti e maggiori restrizioni per entrare in Europa a causa della Brexit.

Bruxelles ha già introdotto un nuovo Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (Etias), secondo cui i cittadini di Paesi extracomunitari, quindi anche del Regno Unito, di Stati Uniti, Australia e Canada, per venire nell’area Schengen dovranno richiedere un’autorizzazione di viaggio compilando un modulo online e pagando una tassa di 7 euro.

Ma l’idea che è in discussione a Bruxelles, secondo quanto riporta la testata Politico, è di aumentare considerevolmente questa cifra, raddoppiandola o addirittura triplicandola, visto che la tassa d’ingresso europea è tra le più basse al mondo: per fare un confronto, gli Stati Uniti fanno pagare 21 dollari ai viaggiatori dell’Ue, mentre il Regno Unito chiede 16 sterline.

Etias

L’Etias si applicherà a 60 Paesi che hanno accordi di esenzione dal visto con l’Ue a partire dall’ultimo trimestre del 2026. “Sembra che ci sia la possibilità di un aumento graduale della tassa, rafforzando il potenziale di entrate a lungo termine”, ha scritto la presidenza polacca di turno del Consiglio in una nota interna visionata da Politico.

Un portavoce della Commissione ha confermato alla testata che “si sta valutando un possibile adeguamento della tassa” per tenere conto dell’aumento dell’inflazione da quando il prelievo di 7 euro è stato adottato nel 2018. Sebbene l’idea sia politicamente facile da vendere ai Paesi membri, probabilmente genererebbe meno di un miliardo di euro all’anno, che sono comunque una piccolissima parte dei rimborsi annuali del debito dell’Ue, tra i 25 e i 30 miliardi di euro, che inizieranno nel 2028.
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