Ha fatto molto discutere la sentenza del Tribunale di Catania che ha assolto il professore accusato da sette studentesse di molestie sessuali
I fatti risalgono a dieci anni fa, ma il procedimento è stato molto lungo. Per i giudici, il docente in questione “appoggiava le mani” ma “non usava le dita per palpare”. Nonostante i tanti episodi documentati, i magistrati non hanno creduto alle ragazze e ora una di loro ha deciso di raccontare la sua verità.
“Mi è bastato seguire le udienze – dice a La Repubblica – per capire che sarebbe finita così. Quando parlavano gli avvocati dell’imputato, i tre giudici, due erano donne, li guardavano negli occhi, prendevano appunti. Quando toccava ai nostri, allo stesso pubblico ministero, risatine, battute sussurrate all’orecchio”.
“Quando ho raccontato l’episodio del libretto universitario che mi era caduto e del professore che, quando mi chino per raccoglierlo, si strofina su di me eccitato, – prosegue una delle accusatrici a La Repubblica – il suo difensore mi ha interrotto. Disse che mi ero messa di proposito in quella posizione. Nessuno della corte lo ha fermato. Per raggiungere il libretto avrei dovuto genuflettere le ginocchia, ha detto. Il processo è stato la continua giustificazione di un reato, più reati”.
www.affaritaliani.it