Giuseppe Marra ucciso a Bologna, fermata la moglie

Giuseppe Marra

Dopo una notte di interrogatorio è stata sottoposta al fermo indiziario Lorenza Scarpante, la moglie di Giuseppe Marra, indagata per l’omicidio

L’uomo è stato trovato senza vita sul pavimento del loro appartamento in via Zanolini. La donna, assistita dall’avvocato Cristiana Soverini, è stata portata in carcere e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre proseguono le indagini per fare luce su cosa, al civico 16 di via Zanolini, sia accaduto e su come Giuseppe Marra sia stato ucciso. Lo fanno sapere i carabinieri che hanno eseguito il provvedimento disposto dalla pubblico ministero Manuela Cavallo.

Martedì mattina Giuseppe Marra, 59 anni, è stato trovato morto sul pavimento del suo appartamento a due passi da porta San Vitale. A chiamare i soccorsi è stata la compagna, Lorenza Scarpante, 57 anni, che in preda al panico è scesa in strada urlando: “È caduto, è caduto, aiutatemi”. La donna era tutta sporca di sangue. Di lì a poco sarebbe stata inserita nel registro degli indagati per omicidio colposo e, infine, fermata. Ma tanti fondamentali pezzi che compongono il puzzle dell’omicidio di via Zanolini mancano ancora.

Si cerca l’arma del delitto

A partire dall’arma del delitto, un oggetto contundente con cui l’uomo è stato colpito fino alla morte. Per tutta la giornata i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna hanno rovistato nell’appartamento al civico 16 e all’interno dei cassonetti della spazzatura in strada. Ma le indagini coordinate dalla pubblico ministero Manuela Cavallo non hanno fatto spuntare nulla di sospetto.

Il corpo in un lago di sangue

Agli investigatori, Scarpante ha raccontato di aver trovato il marito riverso a terra poco dopo essersi svegliata. Marra era già senza vita, in un lago di sangue, nell’ingresso di casa. L’appartamento è stato analizzato a fondo, alla ricerca di tracce di altre persone che avrebbero potuto essere sulla scena dell’omicidio. Sono state acquisiti anche i girati delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private della zona: saranno i filmati a confermare se, quella notte, qualcuno sia entrato e uscito dal condominio nelle ore compatibili all’aggressione mortale.

Per ore la Scientifica ha scandagliato ogni metro dell’abitazione. All’ingresso non sono stati trovati segni di effrazione e in casa non mancherebbe nulla di rilevante. Sembra quindi da scartare l’ipotesi di una rapina culminata con la violenza. Scarpante è stata sottoposta all’esame tossicologico all’ospedale Maggiore, prima di essere portata in caserma per essere sentita in presenza del suo avvocato.

Il movente

Nebbia fitta anche sul movente. Gli investigatori si stanno concentrando anche sulla relazione che legava i due. Originari di Aosta, Marra e Scarpante vivevano a Bologna dal 2021. In città gestivano il negozio di cannabis light ‘Baked’ in via Indipedenza. In passato la donna era stata titolare di un pub, il ‘Rebel’, in centro ad Aosta, chiuso nel 2017 dopo un’ordinanza comunale di chiusura anticipata del locale; l’uomo, invece, aveva lavorato come informatico, collaborando anche con la Regione per alcune consulenze.

Avevano due figli, maggiorenni e indipendenti, che al momento dell’omicidio non erano in casa. L’unico presente durante il fatto era il gatto della famiglia, ora preso in carico dai carabinieri.
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