Irregolare in Italia, con una sfilza di segnalazioni e denunce da parte delle forze dell’ordine per vari reati
Avrebbe dovuto salire su un volo charter di stato ed essere rimpatriato nel suo paese d’origine, la Tunisia, già nel luglio scorso, ma i portelloni dell’aereo, per lui, l’estate del 2024, non si sono mai aperti. Si sono aperti invece i cancelli del Cpr di Bari, dove si trovava in custodia amministrativa, ed è tornato in libertà.
Il giovane tunisino, in udienza, ha asserito di essere omosessuale e sulla base di un presupposto rischio per la sua incolumità se avesse fatto ritorno in patria, il giudice di pace del capoluogo pugliese in buona sostanza lo ha graziato. È mancato così l’ultimo passaggio formale prima di rendere esecutivo il decreto di espulsione, emesso dal Prefetto di Treviso a fine giugno.
La decisione del giudice
Il giudice del tribunale di Bari ha agito sulla base di un principio di tutela rispetto alle discriminazioni omofobe che si possono verificare in molti paesi del mondo, tra cui quelli a maggioranza islamica, come appunto la Tunisia. In bilico tra reali esigenze di protezione ed escamotage normativi, questo principio viene tenuto in considerazione dalle autorità, sulla base di protocolli, convenzioni, leggi e ampia giurisprudenza. Quasi sempre l’orientamento sessuale incide sulla valutazione iniziale dello status dei migranti richiedenti asilo, garantendo di fatto il diritto a rimanere in Italia. In questo caso specifico, invece, ha salvato il giovane tunisino dall’espulsione.
Nuovo decreto di espulsione
Ma in meno di un anno c’è ricascato. Il soggetto, infatti, a distanza di soli nove mesi, si ritrova ora con un mano un altro analogo decreto, oltre che nuove denunce per reati di natura penale. L’altro ieri è stato condotto al Cpr di Gradisca Di Isonzo al termine dell’ennesimo blitz anti degrado messo a segno dalle forze dell’ordine. Una ventina di Carabinieri e cinque agenti della polizia locale di Mogliano, prima dell’alba, mercoledì scorso, hanno fatto irruzione in un’ex albergo abbandonato e in una stanza al quarto piano hanno ritrovato i volti dei soliti noti.
Occupazioni, risse e accoltellamenti
Il giovane, assieme ad altri famigliari, è ormai un volto ben conosciuto della piazza: quando non è impegnato ad occupare immobili abbandonati o a causare disordini in compagnia di qualche connazionale trova spesso accoglienza in caserma.
Le cronache nell’ultimo anno hanno dovuto fare spesso i conti con la sua piccola gang: una maxi rissa il 23 giugno 2024 con bastonate e bottigliate, nella quale sono stati feriti anche dei Carabinieri, poi il blitz in una casa occupata pochi giorni dopo (in via dei Mille) e l’espulsione, dribblata all’ultimo.
Ai primi di agosto un’altra occupazione abusiva, poi una serie infinita di episodi segnalati dai frequentatori del centro, altre risse, spesso risolte svanendo nel nulla all’arrivo delle volanti, spaccio di droga. E ancora un accoltellamento, nel dicembre scorso, in un’altra casa occupata, sempre a Mogliano, in via Casoni, al culmine di un diverbio. Da tempo il gruppo dei tunisini era dato per stabile all’ex Meridiana, per il pernottamento, e alla stazione ferroviaria, per lo spaccio. L’intervento massiccio delle forze dell’ordine arriva nella speranza di risolvere una situazione di degrado segnalata da molti residenti. Ora, come un anno fa, l’ultima parola spetta a un giudice.
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