Un caso che aveva assunto immediatamente rilievo nazionale. Fabiano Mura, il sindacalista della Fillea Cgil che aveva denunciato un’aggressione di matrice fascista avvenuta martedì mattina a Sestri Ponente, ha deciso di ritirare la denuncia. Lo ha comunicato la Cgil in una nota, spiegando che la decisione è stata presa in seguito a una “forte pressione emotiva” vissuta dall’uomo nelle ore successive all’episodio.
I dubbi degli inquirenti sulla versione del sindacalista
Ma proprio sul racconto di Mura, ora emergono diversi punti oscuri. Secondo quanto trapelato da fonti investigative, la versione fornita dal sindacalista presenta alcune incongruenze. Gli inquirenti, coordinati dal pm della Direzione distrettuale antimafia Federico Manotti, stanno analizzando soprattutto due elementi: l’orario dell’uscita di casa – Mura ha dichiarato di essere uscito alle 7.15, ma le telecamere di sorveglianza mostrerebbero che è uscito intorno alle 7.45 insieme ai familiari – e l’attività che avrebbe svolto prima dell’aggressione. Il sindacalista sostiene di essere stato aggredito mentre affiggeva adesivi referendari sull’auto del sindacato, ma al momento non vi sarebbero riscontri su questo punto.
Anche gli operai con cui avrebbe dovuto incontrarsi poco prima del fatto non risultano identificati, aumentando così le incertezze attorno alla dinamica dell’episodio, che aveva subito generato una forte reazione pubblica e politica, con un presidio organizzato nel pomeriggio dello stesso giorno in piazza Baracca, nel centro della cittadina ligure.
La preoccupazione della Cgil per la fuga di notizie
In una precedente nota, la Cgil aveva espresso “assoluta fiducia negli organismi inquirenti”, ma anche “forte preoccupazione” per la fuga di notizie coperte da segreto istruttorio: “Ieri, a poche ore dai fatti – si legge – sono stati pubblicati stralci della denuncia, e oggi sono trapelate nuove informazioni sulle indagini. Una situazione inquietante che rischia di compromettere il buon esito del lavoro degli investigatori e di avere ripercussioni sulla parte lesa”.
Lo scorso martedì 15 aprile, di mattina, secondo il primo racconto del sindacato, Mura sarebbe stato avvicinato da due uomini mentre scendeva dall’auto di servizio, insultato con frasi come “comunista di merda”, colpito con sputi, intimidito con il saluto romano e aggredito fisicamente, tanto da doversi poi recare al pronto soccorso. La Cgil aveva parlato fin da subito di “aggressione fascista” e aveva chiesto alla Prefettura la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica.
Oggi, con il ritiro della denuncia e l’attenzione degli investigatori concentrata sulle eventuali discrepanze, il caso assume contorni più incerti. Il sindacato, però, insiste: “Chiediamo che sia fatta piena chiarezza e che ogni forma di violenza venga fermamente contrastata. La sicurezza e la libertà di chi rappresenta i diritti dei lavoratori devono essere garantite”.
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