Assolto dall’accusa di omicidio colposo perché il fatto non sussiste. E’ la sentenza del processo di appello bis, riferito al risarcimento delle parti civili, nei confronti del medico bresciano Paolo Oneda per la morte di Roberta Repetto.
La 40enne di Chiavari morì per le conseguenze di un melanoma due anni dopo l’asportazione di un neo sulla schiena. L’intervento fu eseguito nel 2018 da Oneda senza anestesia, né esami istologici, né terapie post operatorie sul tavolo da cucina del centro Anidra di Borzonasca.
Oneda era stato condannato in primo grado a tre anni e quattro mesi, pena ridotta ad un anno e quattro mesi in appello: la Cassazione aveva poi annullato la sentenza con rinvio ad un nuovo processo celebrato oggi a Milano in Corte d’Assise d’Appello.
In una nota Rita Repetto, sorella di Roberta, ha sfogato tutta la sua indignazione: «La colpa della morte di Roberta è di Roberta. Io ribadisco la mia assoluta vergogna di vivere in questo Paese».
www.bresciaoggi.it