“Quando si parla di capitale umano dobbiamo comprendere che l’adeguamento del modello culturale, così come la collaborazione tra privato e industria, o lo sviluppo della regolamentazione, devono avvenire in tempi molto rapidi”
GRADO, 27 SET – Lo ha detto l’ad di Leonardo, Roberto Cingolani, nella sua lectio magistralis all’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico, oggi a Grado. “Non abbiamo tempo da perdere – ha precisato – perchĂ© la tecnologia va avanti lo stesso. Ci sarĂ sempre un Elon Musk e un Jeff Bezos, le grandi potentissime universitĂ , e noi arrancheremo sempre di piĂą” e “poi ci troveremo a parlare di capitale umano come fosse una scoperta. Stiamo andando troppo lentamente. Abbiamo perso troppi treni. Abbiamo dato tecnologie fuori, gli altri hanno imparato”.
“Il problema – ha osservato – è che oggi la velocità è troppo alta, perchĂ© paradossalmente le tecnologie che creiamo, aprono a funzionalitĂ che non siamo in grado di gestire“. In generale, “oggi siamo vittime della nostra stessa velocitĂ , produciamo dispositivi di Ia che sono cosi veloci nell’evoluzione che tardiamo a fare le regole”.
Secondo Cingolani, “c’è un problema oggettivo di come gestire l’interazione uomo-tecnologia, col paradosso che è l’uomo a produrla, non è marziana“. Ad esempio, ha puntualizzato, “nella guerra in Ucraina un drone da poche migliaia di euro, progettato come una specie di giocattolo, connesso con un telefono”, attraverso infrastrutture civili, “è stato usato da uno studente smanettone ed è stato in grado di schiantarsi su un carrarmato che costa 15 milioni e distruggerlo. Non sono piĂą bullets, ma bytes. Non è piĂą la guerra dei bullets, ma di bullets e bytes”. In generale, ha concluso, “la novitĂ tecnologica di utilizzare sistemi digitali per attaccare è una novitĂ che ha preso in contropiede la tecnologia della difesa“. (ANSA)

