“Sul mio corpo decido io”, Roccella contestata dalle transfemministe

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Non appena la Roccella ha preso la parola, sono partiti fischi e urla che l’hanno spinta a rinunciare al suo discorso e ad abbandonare la riunione

Roma, 9 mag.  – La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, è stata contestata da un gruppo di studentesse dell’Assemblea Transfemminista di Aracne mentre si apprestava a prendere la parola agli Stati Generali della natalità in corso a Roma.
Alle contestatrici che sottolineavano: “sul mio corpo decido io”, la ministra ha replicato “nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne”, aggiungendo “è per questo che siamo qui perché oggi le donne non decidono liberamente se possono avere figli”.

“Non siamo macchine per la riproduzione ma corpi in lotta per la rivoluzione”, concludeva i proclama letto sul palco da una rappresentante delle contestarici. “Non so se posso intervenire, ci provo. No, non posso”? Ha provato a parlare Roccella, coperta dalle contestazioni al grido di “vergogna, vergogna”. (askanews)

Roccella: “Io censurata, certa della solidarietà della sinistra”

Commentando a caldo l’episodio con un post su Facebook, Roccella si è detta “certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà”. E ha definito “un atto di censura” quello che le ha “impedito di parlare agli Stati Generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità, per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro. Sono certa che i podisti della libertà e della democrazia non si faranno sfuggire questa occasione per dimostrare che l’evocazione del fascismo che non c’è, alla quale abbiamo assistito in queste settimane, non era solo una sceneggiata politica pronta a svanire di fronte alle censure vere”. tgcom24.mediaset.it

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