Gualtieri all’ultima spiaggia: il Campidoglio favorisce i chioschi Lgbt

Gualtieri

“Basta sguazzare nel pantano della discriminazione al contrario illudendosi di essere democratici e finendo con l’annegare nel ridicolo”

di Marco Leardi – “Basta discriminare cittadini e imprenditori per favorire i gruppi Lgbtqia+”. Prima ancora di iniziare, l’estate ha già creato polemiche in Campidoglio. In un bando emesso per l’assegnazione dei chioschi di Capocotta, località del litorale romano, l’ente guidato da Roberto Gualtieri ha infatti fissato come parametro d’agevolazione per i concorrenti la realizzazione di attività e di progetti d’impronta arcobaleno. Con l’obiettivo di promuovere l’inclusione, il documento comunale assegnerà più punti alla proposta che prevede iniziative in favore della comunità Lgbt. Ma il suddetto criterio non ha affatto convinto la Lega, che ne ha chiesto la cancellazione.

Leggendo il bando del Campidoglio, nella parte dedicata ai criteri per accedere alla concessione in uso dei chioschi sul litorale, al punto tre si legge: “Attività e progetti complementari finalizzati all’inclusione sociale e alla lotta a ogni forma di discriminazione, in particolare, tenuto del tessuto sociale che storicamente ha fruito delle dune in argomento e in ossequio a quanto previsto dall’art. 3 della Costituzione, verranno valutati positivamente progetti finalizzati all’inclusione delle persone Lgbtqia+“. Chi si atterrà al suddetto criterio, potrà ottenere fino a quindici punti in più rispetto ai concorrenti che diversamente non si distingueranno per esplicita sensibilità arcobaleno.

Ora, si fatica a comprendere per quale motivo i progetti Lgbt dovrebbero diventare un fattore di maggior approvazione nella graduatoria finale, tenuto conto che il rispetto, l’inclusione e l’accoglienza di tutti i clienti (compresi quelli omosessuali, ed è persino superfluo precisarlo) devono essere un prerequisito generale e sacrosanto per qualsiasi attività aperta al pubblico. Senza la necessità di ulteriori specifiche. Ed è infatti così che quel bando comunale ha suscitato malumori e reazioni contrariate sul fronte politico.

Ad attaccare il Campidoglio è stato in particolare l’onorevole Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Assemblea Capitolina. “Basta discriminare cittadini e imprenditori per favorire i gruppi Lgbtqia+ ignorando oltretutto l’articolo 26 della Costituzione, che afferma e promuove la famiglia fondata sul matrimonio. Il bando pubblicato per l’assegnazione dei chioschi di Capocotta è dunque palesemente incostituzionale: il Campidoglio deve ritirarlo subito”, ha tuonato in una nota l’esponente romano del Carroccio.

E ancora, un ulteriore affondo: “Basta sguazzare nel pantano della discriminazione al contrario illudendosi di essere democratici e finendo con l’annegare nel ridicolo, oltre che nell’illecito. Assegnare 15 punti in più per chi partecipa al bando e promette attività e progetti a favore della cultura di genere è inaccettabile, e resta da capire come e con quali mezzi potrebbe un gestore garantire il sostegno e il rispetto di queste scelte”.

Secondo Santori, il documento – così strutturato – “di fatto impedisce a chi voglia preferire opzioni diverse di avere una legittima opportunità di reddito e di lavoro”.
Per il momento non si registrano reazioni dalla maggioranza di centrosinistra in Campidoglio.
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