Carceri, a Ivrea 48 ore di violenza: la follia di un marocchino

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Tensione nel carcere di Ivrea dove un detenuto marocchino trentaduenne, trasferito dal Carcere di Biella a quello di Ivrea per ragioni di ordine e sicurezza, è stato al centro di due giornate difficilissime.
Il detenuto, in passato già segnalato per comportamenti problematici, ha minacciato gli agenti della polizia penitenziaria utilizzando lame da barba (del tipo consentito), fissate alle dita con del nastro biadesivo.

Successivamente si è spogliato e si è cosparso il corpo d’olio, contaminando anche l’ingresso della sezione detentiva per ostacolare qualsiasi intervento da parte del Personale.
Non basta: ha preparato in una pentola una miscela di olio bollente e zucchero, minacciando il personale di Polizia Penitenziaria di lanciarlo contro gli agenti.

Dopo un’articolata e lunga mediazione del personale del carcere, il detenuto ha rinunciato al suo intento ed è stato trasferito nel reparto di isolamento precauzionale. Tuttavia, nella giornata di ieri 14 dicembre, all’interno della sua cella, ha tentato di accecare un altro detenuto con un pugnale rudimentale. La vittima è stata trasportata in ospedale per l’applicazione di punti di sutura a seguito delle lesioni riportate.

Alla fine il detenuto marocchino ha ingerito delle batterie, rendendo necessario il suo urgente trasferimento in ospedale per ricevere le cure del caso.

Per il sindacato della polizia penitenziaria Osapp, quanto è accaduto a Ivrea conferma le condizioni molto difficili in cui si opera nelle carceri: «Occorre dichiarare lo stato di emergenza nelle carceri italiane e che la premier Meloni istituisca un Commissario Straordinario al fine di ristabilire l’ordine e la sicurezza».
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