Comunicato stampa in risposta ai benpensanti e benpesati

PIAZZA LIBERTA', Armando Manocchia: i bambini sono davvero tutelati?

In relazione al tentativo di uno sparuto gruppo di commentatori benpensanti di limitare la libertà di pensiero e di parola del sottoscritto in seguito alla puntata del 12 novembre c.a. relativa al tema della trasmissione di PIAZZA LIBERTA’ dal titolo: “Medio Oriente e Ucraina: due guerre alla pace?” nella quale si è tornati a parlare del conflitto Israele-Hamas, della questione “palestinese” e dell’operazione militare della Russia in Ucraina.

Le vicende sono state affrontate dal punto di vista, politico, militare e anche sociale perché quelli che soffrono di più, sono sempre i civili e da ambedue le parti in conflitto, spesso e mal volentieri trascinati a forza in conflitti lunghi e sanguinosi che lasciano sul campo una scia di morti innocenti.

Le vicende sono state trattate con autorevoli ospiti quali: Eliseo Bertolasi, analista geopolitico e già corrispondente dal Dombass per Sputnik; Francesco Cosimato Generale della Nato in congedo, presidente del Centro Studi Sinergie; Fabio Filomeni Ufficiale Incursore delle Forze Speciali in pensione; Marco Ghisetti, dottore in politica e relazioni internazionali e Stefano Orsi, redattore esteri per ilsudest.it, nonché collaboratore di ASI, Agenzia Stampa Italia.
Ebbene si, pare che però, secondo questo sparuto gruppetto di benpensanti, dopo 180 puntate di un programma apprezzato e cresciuto come pochi, di cui sono autore e apprendista conduttore, qualcosa sia andato storto. Si? No? Forse. Chissà…
Dipende semprea dai punti di vista! Anche se come recita un proverbio arabo: “si può portare un cammello alla fonte, ma non lo si può costringere a bere”.

Tento ugualmente di fare chiarezza

Lo faccio, tenendo anche conto che da diversi Studi scientifici è stato dimostrato come il QI sia in diminuzione del 10% per ogni generazione che è passata dal 1970 ad oggi e visto che sempre secondo rilevamenti scientifici pare anche che il ragionamento logico ed il pensiero critico siano ormai a livelli preoccupanti tanto che tra poco le cosiddette AI si esprimeranno in maniera più performante della massa, credo che continuare a porsi domande di fronte a quanto ci circonda sia oltre che un impegno morale e un dovere civile, un imperativo categorico al quale non ci si può sottrarre.

Considerata anche la quantità di informazioni contraddittorie e menzognere che inondano quotidianamente il mainstream e che spesso vengono ruminate a proprio uso e consumo dai “tifosi” schierati per una campana o per l’altra che, sempre più spesso, si limitano a guardare i programmi spazzatura o, nel migliore dei casi, a leggere i quotidiani che esprimono quanto a loro fa più comodo.

È per questo che io Armando Manocchia continuo ad essere coerente ed esprimere il mio pensiero, a prescindere che lo stesso mi porti a una conclusione o a un altra, cercando di essere il più critico ed attento possibile a valutare entrambe le sponde dei fiumi di parole (e di insulti e calunnie) che mi possono piovere addosso in merito a ogni argomento politico, scientifico o finanziario che sia.

È per questo che faccio i miei programmi che da sempre cercano di porre interrogativi e spronare le persone a valutare i fatti attraverso più punti di vista. Non farò mai parte di coloro che si nutrono di pensiero unico o complottismo “tout court” a seconda della convenienza, degli sponsor o di pressioni esterne e chi collabora con me lo sa o dovrebbe saperlo bene.

Ed è per questo che nella trasmissione di PIAZZA LIBERTA’ del 14 ottobre scorso sulla strage di Hamas dal titolo: Israele: una vera pace o un’altra guerra del Kippur?, ebbi a fare questa INTRODUZIONE: https://www.imolaoggi.it/2023/10/18/armando-manocchia-vergognoso-fare-il-tifo-in-guerra/

Ma qualche domanda ai benpensanti in merito a Palestina ed Israele mi sorge spontanea e parto da una considerazione:
come noto, quando l’Italia era occupata dai tedeschi, soprattutto nella fase finale della II WW, esistevano forze interne di resistenza i cui membri (i partigiani, che oltretutto mutuarono a loro consumo le note di una ballata Yiddish oggi nota come Bella Ciao) sacrificavano se stessi e spesso le proprie famiglie nel tentativo di liberarsi dagli occupanti. Da qui la mia prima domanda:

1 – Come mai a Gaza e ovunque in quella che in tanti definiscono Palestina, Hamas non ha mai trovato opposizioni simili? Come mai la popolazione “civile” locale non ha mai cercato di liberarsi di un regime come quello che di fatto si è sempre servito dei civili “palestinesi” e delle loro famiglie come scudo umano contro Israele?

E poi domando:
2 – Dopo il gravissimo eccidio del 7 Ottobre 2023 ad opera di Hamas quante manifestazioni di protesta sono state organizzate in Italia a sostegno degli israeliani (parlo dei civili) massacrati o delle famiglie degli stessi? Quanti cortei hanno sfilato contro la barbarie commessa e rivendicata da Hamas ed esaltata da tutti i leader dei movimenti integralisti islamici?

3 – Più in generale, negli ultimi vent’anni, quante manifestazioni si possono contare in Italia contro gli integralismi islamici, che siano di Hamas, ISIS, Hezbollah etc…? O più in generale contro integralismi di ogni genere?

4 – Quante manifestazioni di protesta sono state indette in Italia contro le Leggi medioevali del Governo talebano di Teheran colpevole di crimini legati alla difesa di principi che di fatto sono da sempre in contrasto con ogni dichiarazione per la difesa dei diritti umani sia UE che ONU?

5 – E Quante contro il regime saudita?

6 – Quante manifestazioni di protesta contro il massacro degli armeni e dei curdi in Turchia?

7 –  Come ci si può sorprendere del modus operandi degli integralisti islamici quando la Storia che ha visto l’Italia schierata contro di essi o i loro antenati (Salamina e pura coincidenza (?) del 7 ottobre, Lepanto) aveva già sviscerato i comportamenti subdoli da parte dei sedicenti guerrieri di Allah che da sempre utilizzano il vittimismo ed addirittura le proprie progenie per raggiungere gli scopi che si erano prefissati? Del resto le stesse Regie Forze italiane nella II WW non erano forse schierate al fianco delle Deutsche-Arabische Lehr Abteilung in nord Africa, a loro volte alleate dei nazisti? Non ne hanno appreso le tecniche?

8 – Come mai gli antifascisti del PCI prima e di tutte le sue declinazioni, a sfumare verso le ambiguità della sinistra odierna poi, ha sempre appoggiato chi di fatto, come detto, era alleato dei nazisti nell’ultima Guerra Mondiale? E lo ha fatto nonostante gli stessi leader del cosiddetto popolo palestinese o del mondo arabo abbiano dichiarato a più riprese. Ne riporto alcuni:

Auni Bey Abdul-Hadi dichiarazione alla Commissione Peel nel 1937: “Non esiste alcun paese noto come [Palestina]! ‘Palestina’ è un termine che i sionisti hanno inventato! Non c’è alcuna ‘Palestina’ nella Bibbia. Il nostro paese è stato per secoli parte della Siria”.

Gran mufti Amīn al-Husaynī, Alto Comitato Arabo alle Nazioni Unite, dichiarazione durante 1° Assemblea Generale svoltasi a maggio del 1947:
La Palestina era parte della provincia della Siria… politicamente, gli arabi di Palestina non erano indipendenti, nel senso che non formavano un’entità politica separata”.

Ahmed Shugeiri, ex presidente dell’OLP, dichiarazione davanti al Concilio di Sicurezza dell’ONU:
È comunemente noto che la Palestina non è altro che la Siria meridionale”.

Zahir Muhsein, dichiarazione in un’ intervista al giornale olandese ‘Trouw”, 31 marzo 1977:
“Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno stato palestinese è soltanto uno strumento per la continuazione della nostra lotta contro lo stato di Israele per la nostra unità araba. In realtà oggi non c’è differenza fra giordani, palestinesi, siriani e libanesi. E° soltanto per ragioni politiche e tattiche che noi parliamo dell’esistenza del popolo palestinese, dato che l’interesse nazionale arabo richiede che noi presupponiamo l’esistenza di un ‘popolo palestinese” distinto che si opponga al Sionismo. Per ragioni tattiche la Giordania, che è uno stato sovrano con confini delimitati, non può avanzare diritti su Haifa e Jaffa, mentre come palestinese io posso senza dubbio rivendicare Haifa, Jaffa, Beer-Sheva e Gerusalemme. Tuttavia, nel momento in cui reclamiamo il nostro diritto su tutta la Palestina, non aspetteremo neanche un minuto a riunire la Palestina e la Giordania”.

Infine la dichiarazione di Farouk Radoumi, capo diplomatico dell’OLP, che al giornale dell’AP Al-Hayat al-Jadida Il 15 ottobre 1998 chiarì nuovamente il fine ultimo dell’arma tattica nota come popolo palestinese: “Appena lo Stato Palestinese avrà guadagnato un riconoscimento dalla maggior parte delle nazioni del mondo, come ci aspettiamo, la presenza israeliana su terra palestinese diventerà illegale e noi la combatteremo con le armi. La battaglia contro le forze israeliane è un diritto a noi riservato”.

Queste domande, a mio avviso, servono per capire che chiunque parli oggi della questione israelo-palestinese e non tiene in conto quanto, alle eventuali reazioni che ne scaturiscono, sia affetto da qualche dissonanza cognitiva o sia essenzialmente ignorante e guidato dagli influencer del caso.
E questo ci offre l’esatta dimensione del problema, ovvero che lo si voglia definire antisemitismo, antisionismo o odio contro l’ebreo in genere, fa sempre parte di uno schema secolare che a quanto pare nessuno vuole sradicare.
Ed è tanto più evidente quando poi si sentono esternare pensieri in libertà su mondi frequentati solo nel sentito dire o magari per una settimana di una vacanza a Sharm El Sheik o a Djerba prendere poi le giuste, difese di Nativi americani e dei neri d’America e del Sud America, degli indios dell’Amazzonia e di altri popoli e razze di fatto abusate nei secoli.
Ovvero, a quanto parrebbe, per loro solo l’ebreo va perseguitato, ed a prescindere dalle sue ragioni.

Armando Manocchia

La puntata oggetto di calunnie e commenti offensivi

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