Moglie e suocera di Soumahoro, le accuse: frode, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta

Soumahoro

Sovrannumero di ospiti, alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti e riscaldamento assente. In poche parole, Liliane Murekatete e Marie Therede Mukamatsindo, rispettivamente moglie e suocera del parlamentare Aboubakar Soumahoro hanno usufruito negli anni di ingenti fondi pubblici per gestire delle cooperative legate a centri di accoglienza che non garantivano nemmeno acqua calda e cibo conservato adeguatamente per i migranti che avrebbero dovuto aiutare.

Le due donne sono state arrestate e poste ai domiciliari secondo quanto disposto dal gip di Latina. Le misure sono state effettuate dalla Guardia di Finanza. La stessa Procura aveva notificato lo scorso marzo a madre e figlia, assieme ad altri 4 indagati, la richiesta di rinvio a giudizio.

Soumahoro ed Elly Schlein

Le indagini condotte dalla procura di Latina e dalla Finanza hanno consentito di accertare condotte, contestate a vario titolo e a seconda delle posizioni, di frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e autoriciclaggio. In particolare, le cooperative Karibu e Consorzio Agenzia per l’inclusione e i diritti d’Italia, oltre alla Jambo Africa (per il tramite della Karibu) avrebbero percepito ingenti fondi pubblici da diversi enti (Prefettura, Regione, Enti locali etc.) destinati a specifici progetti o piani di assistenza riguardanti i richiedenti asilo e i minori non accompagnati, fornendo tuttavia un servizio inadeguato e comunque difforme rispetto a quello pattuito.

Aboubakar Soumahoro e Bergoglio

Insieme agli arresti domiciliari per le due, è stato disposto l’obbligo di dimora per un altro figlio della suocera, anche lui indagato. I finanzieri hanno eseguito anche un sequestro preventivo a fini di confisca, anche per equivalente, del profitto del reato nei confronti dei membri del cda della cooperativa ‘Karibu’ e di un altro soggetto legato a loro da vincoli di parentela, che attualmente si trova all’estero.

Boldrini e suocera di Soumahoro

A metà del dicembre 2022 furono applicate misure interdittive e sequestri per centinaia di migliaia di euro nei confronti delle coop Karibu. Lo scorso anno, si leggeva negli atti, secondo gli inquirenti avrebbero favorito un “collaudato sistema fraudolento” che per 4 anni, dal 2015 al 2019, si è basato sull’emissione e sull’utilizzo di fatture false che avevano come scopo “non solo la specifica finalità evasiva” delle imposte, ma anche quello di “giustificare, in sede di rendicontazione la richiesta di finanziamenti alla Direzione centrale del ‘sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati'”.

La Karibu, ricordava il giudice a fine 2022, “ha percepito fondi pubblici da diversi enti statali perché è stata ente attuatore di progetti come Cas e Sprar, servizi di accoglienza minori e ancora progetto rete anti tratta”. Enti attuatori che devono “garantire compiuta tracciabilità dei finanziamenti pubblici e l’effettiva fornitura dei servizi”. Per questo sono state acquisite nell’inchiesta le documentazioni del partenariato tra Karibu, Aid e Jambo.
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