Ambulanza senza medico e infermiere, 64enne muore dopo un malore

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www.lanazione.it  – Prato – Vaiano e la Val di Bisenzio tutta sono ancora sconvolte dall’evoluzione che, giovedì, ha avuto il soccorso di un uomo di 64 anni, Stefano Farsetti, residente nella parte centrale dell’abitato di Vaiano, deceduto in seguito a un malore dopo una procedura di intervento abbastanza inconsueta. Dalla risposta dell’Asl, che fornisce il report dell’intervento, risulta alla fine sono passate due ore da quando è stata attivata la procedura a quando l’uomo è poi arrivato a Careggi, trasportato da Pegaso. L’Azienda Sanitaria, insieme al direttore della Centrale 118 di Prato e Firenze, “ritengono che tutto sia stato effettuato nel pieno rispetto della procedura”.

Ricordiamo che l’ambulanza della Croce Rossa, con soli volontari a bordo, è partita da Prato, via del Cilianuzzo, per soccorrere l’uomo, che era cosciente. Il mezzo, all’altezza della Cartaia, si è trovato costretto però a fare retromarcia per tornare verso La Briglia e caricare il paziente, che nel frattempo era andato in arresto cardiaco. Farsetti è stato trasportato da Pegaso a Careggi, dove è spirato.

La domanda che molti si fanno è se l’uomo avrebbe potuto salvarsi se fosse arrivato per tempo un medico sul luogo della chiamata, posto a pochissima distanza dalla sede di associazioni che fino a gennaio avrebbero potuto garantire il soccorso con personale sanitario. Ed è una domanda che si inserisce in un contesto di apprensione. Quella in cui territori come la Val di Bisenzio sono calati da quando, dalla fine di gennaio, la riforma del 118 ha portato via medici e infermieri dai mezzi di soccorso di luoghi periferici, distanti dagli ospedali.

I sindaci della Val di Bisenzio hanno più volte sottolineato la necessità di avere un sanitario in più a bordo dei mezzi di soccorso in partenza dal territorio e hanno chiesto ad Asl e Regione, a più riprese, un tavolo di confronto. Ieri il sindaco di Vaiano Primo Bosi ha scritto nuovamente all’Asl: ha inviato, via posta certificata, la richiesta per avere tutte le informazioni di dettaglio circa la dinamica dell’intervento di soccorso di giovedì.

“Si tratta di un episodio che deve essere approfondito proprio alla luce delle preoccupazioni e delle criticità che ormai da tempo gli amministratori della Val di Bisenzio mettono in evidenza – afferma il sindaco Bosi – restiamo in attesa della convocazione del tavolo di confronto, più volte sollecitato, per affrontare, con attenzione e disponibilità all’ascolto delle ragioni di tutti, un problema tra i più rilevanti per le nostre comunità”.

Insomma, le perplessità sul nuovo sistema dei soccorsi restano alte sul territorio. Qualche settimana fa si è verificato infatti un caso analogo: una signora in visita a Casalino è stata soccorsa dopo oltre un’ora dalla chiamata da volontari che provenivano da Prato, quando mezzi con solo personale volontario da altre località (e perfino quello col medico, a Vernio) sarebbero arrivati molto più velocemente. Per chi ha allertato i soccorsi, in quel caso, era evidente che, data la situazione – un’emorragia per un’importante ferita alla testa – sarebbe dovuto arrivare subito un medico. Il medico è stato visto invece soltanto a Careggi, dove la ferita è stata medicata con 11 punti alle 17 del pomeriggio, oltre 7 ore dopo la chiamata al 112.

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