PIAZZA LIBERTA’, mons. Viganò: Deep State e Ucraina

INTERVISTA di Armando Manocchia a Mons. Carlo Maria Viganò

PIAZZA LIBERTA’, estratto dalla puntata di sabato 18 marzo 2023 con un ospite d’eccezione, Monsignor Carlo Maria Viganò, un Arcivescovo cattolico, un Uomo di impeccabile verità, fede e integrità.
Monsignor Viganò è stato Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa e Nunzio apostolico in Nigeria; E’ stato Delegato per le Rappresentanze Pontificie e Segretario del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; Infine dal 1992 è Arcivescovo di Ulpiana un’antica città romana nei Balcani, oggi Kossovo, e Nunzio Apostolico Emerito negli Stati Uniti d’America.

Armando Manocchia
1. Eccellenza, bentornato e bentrovato. Grazie per aver accettato questa intervista. Le faccio subito la prima domanda Monsignore e le chiedo: qual è la Sua opinione sulla situazione geopolitica, sulla situazione politica internazionale? Mi riferisco in particolare alla crisi pandemica, come pure alla crisi derivante dalle sanzioni alla Russia e non ultimo alla crisi energetica e ovviamente a quella ucraina. E a proposito di quest’ultima Monsignore, non sembra anche a Lei che la narrazione sull’Ucraina, come quella sulla farsa pandemica, stia cambiando?

Mons. Viganò
Questa crisi internazionale è stata provocata dal deep state americano allo scopo di distruggere il tessuto sociale ed economico degli Stati europei. Questa distruzione economica era iniziata con la farsa pandemica e i lockdown, ma la si doveva rendere più devastante tramite le sanzioni alla Federazione Russa da parte dell’Unione Europea, a seguito della reazione della Russia alle provocazioni della NATO e alla persecuzione della minoranza russofona, sin dal 2014 e in violazione dei Protocolli di Minsk, da parte del regime fantoccio di Zelenskyj. Le cose sono andate come pianificato, come abbiamo visto, e la narrazione del mainstream si è immediatamente allineata.

Armando Manocchia
2. MONSIGNORE A CHI GIOVA QUESTA SITUAZIONE? CUI PRODEST?

Dalla crisi ucraina il deep state americano trae un immediato vantaggio, su più fronti. Anzitutto gli Stati europei aderenti alla NATO mandano armamenti e munizioni in Ucraina, per lo più provenienti dagli arsenali esistenti, e sottraendoli quindi alla dotazione della difesa nazionale in caso di conflitto. Ciò comporta nuovi ordini alle fabbriche di armi e un giro d’affari colossale, senza parlare dei contingenti di mercenari.
In secondo luogo, con la crisi derivante dalle sanzioni contro la Federazione Russa, la dipendenza di gas dell’Europa è passata nelle mani degli Stati Uniti: l’Europa ha rotto le relazioni commerciali con Mosca che le garantivano forniture di gas a prezzi convenienti, per rendersi dipendente dall’America a un costo dieci volte maggiore.

In terzo luogo, la crisi energetica è usata come occasione per rafforzare la transizione green basata sulla frode climatica, grazie alla quale garantire ai membri del World Economic Forum un altro enorme giro di denaro con la follia zero carbon. Inutile dire che gli interessi economici dei subalterni assecondano gli scopi di dominio mondiale dell’élite globalista, già pronta a inasprire i controlli e le violazioni dei diritti fondamentali con le città di 15 minuti, l’ID digitale, l’adozione del credito sociale legato alla quantità di CO2 prodotta.

In questo quadro internazionale, si è aggiunta anche la questione pandemica: stanno emergendo le prove del coinvolgimento dei governi aderenti all’OMS nella censura delle notizie sui social e un’operazione di propaganda sui media, con giornalisti e aziende dell’informazione pagati per sostenere la narrazione, prima pandemica, poi vaccinale, quindi bellica, infine energetica.

Ora il problema è che il fantoccio di Biden e Soros – Zelenskyj – deve rispondere a due entità alle quali deve la sua ascesa politica, i suoi guadagni e il suo futuro, a iniziare dalla banale sopravvivenza. Da un lato, il deep state globalista pretende che Zelenskyj si adegui non solo nel provocare la Russia e nel rifiutare qualsiasi accordo di pace, ma anche all’introduzione dei matrimoni omosessuali, del gender, della dottrina LGBTQ: cosa che sta facendo quasi come una priorità rispetto al conflitto con la Federazione Russa. Dall’altro lato, il sostegno interno all’Ucraina proviene dai battaglioni e dai movimenti neonazisti, ma questi fanatici non ci mettono nulla a togliere di mezzo Zelenskyj quando le sue politiche non dovessero essere compatibili con le loro. E Zelenskyj, come tutte le mosche cocchiere, crede di poter giocare al leader alzando la posta, minacciando di colpire la Federazione Russa, di voler conquistare la Crimea e distruggere definitivamente l’impero di Mosca. Zelenskyj inizia a dar fastidio non solo ai suoi pretoriani, ma anche al deep state, perché a tutti costoro fa comodo la minaccia di una guerra mondiale, ma quasi a nessuno una guerra mondiale vera.

Ecco perché la narrazione sta cambiando: alcuni Stati europei e molti membri del Congresso americano non sono disposti a distruggere totalmente l’economia nazionale e a cedere ulteriore sovranità ai poteri sovranazionali globalisti. Questo mi fa pensare che qualcuno – come era ampiamente prevedibile – userà gli scandali della psicopandemia e i crimini commessi dai suoi protagonisti per togliersi di mezzo leader divenuti scomodi sul fronte della crisi internazionale e dell’adesione all’Agenda 2030.

Se il Congresso americano mette sotto impeachment Joe Biden, o se lo dichiara incapace di intendere e di volere, o se viene trovato morto di malore improvviso, tutti tirano un sospiro di sollievo, anche tra i Dem. Ma il venir meno di Biden, oltre ai processi alle Agenzie governative per la violazione dei diritti costituzionali e i processi ai servi di BigPharma per aver prodotto in laboratorio un virus allo scopo di dare inizio al colpo di stato mondiale con i lockdown e la vaccinazione di massa; tutto questo dovrebbe indebolire l’élite globalista, e dare coraggio a qualche politico o magistrato per accusare di eversione George Soros e Klaus Schwab. Caduti in disgrazia i quali, il progetto infernale del Nuovo Ordine Mondiale dovrebbe quantomeno essere messo da parte per un po’.

Zelenskyj farà molto probabilmente la fine di Saddam Hussein e di Gheddafi, perché non dà alcuna garanzia di saper conservare i segreti di cui è venuto a conoscenza, ad iniziare dai biolaboratori americani in Ucraina. Non sarebbe la prima volta che un alleato della prima ora diventa da un giorno all’altro un pericoloso dittatore; e sappiamo che gli USA non processano mai questi dittatori.

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