Inchiesta Covid Bergamo, Speranza: “accuse pesanti ma ho la coscienza a posto”

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Fa male, sono accuse pesanti, ancora di più perché io ho la coscienza a posto e da ministro della Salute ho dato davvero tutto“. Roberto Speranza è amareggiato dopo le accuse formulate nei suoi riguardi dalla procura di Bergamo che ha concluso le indagini sulla gestione del Covid nella provincia più colpita d’Italia. In un colloquio con La Stampa, l’ex esponente del governo Conte racconta che sta cercando di capire come muoversi per “organizzare la difesa” e assicura di avere “piena fiducia nella magistratura”.

Speranza ribadisce di aver “sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto”. Ma non avrebbe immaginato che gli sarebbe stata attribuita la responsabilità di migliaia di morti: “Ho seguito le indicazioni degli esperti – rivendica – e rispettato di volta in volta le valutazioni scientifiche. Ho fatto davvero il massimo, senza pause, giorno e notte – precisa – ho sempre agito nell’interesse del Paese”.

E aggiunge: “La cosa curiosa è che sono già indagato in altre inchieste, ma per il motivo opposto, per aver chiuso troppo. No Vax e No Pass mi hanno denunciato per aver limitato la loro libertà, c’è chi mi chiede 100 euro di risarcimento per ogni giorno di lockdown”. Nel merito delle accuse sui ritardi per la zona rossa, che però formalmente non gli sono state ancora contestate (“so solo quello che apprendo dai giornali”, dice) Speranza afferma: “Io avevo firmato il decreto per disporre la chiusura ma poi non è stato controfirmato da Conte, perché nella riunione del Cts si è deciso di aspettare, visto che stavamo andando verso il lockdown generale, scattato pochi giorni dopo”. E sul mancato aggiornamento del piano pandemico, fermo al 2006: “Non è stato aggiornato per 180 mesi, in cui si sono alternati sette governi. Quello che non è stato fatto in anni, è stato fatto in pochi mesi nel corso del mio mandato”.  https://www.huffingtonpost.it

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