Prof impallinata in aula dagli alunni e punita anche dalla preside

Sparano alla prof in classe con pistola ad aria compressa

(www.ilgiornale.it) – La prof è nel mirino. Prima in quello degli studenti che durante la sua lezione di Scienze l’hanno letteralmente «impallinata» con una pistola ad aria compressa (in realtà era uno solo mentre gli altri lo incoraggiavano e ne riprendevano le «gesta» per poi postarle sui social), adesso anche in quello della preside che, dopo tutta la bagarre sollevata dal caso, pare abbia tolto alla docente Maria Cristina Finatti, addirittura tre classi. O almeno è quanto la Finatti stessa dichiara.

Una vicenda interminabile quella iniziata l’ottobre scorso a Rovigo con «l’episodio dei pallini» in classe lanciati all’indirizzo della donna. Sono seguiti post, indignazione in Rete, articoli di giornale, servizi di Tg, denunce. Ora la docente, in un’intervista rilasciata al quotidiano la Repubblica accusa addirittura: «Nessuna solidarietà dai colleghi e quella degli alunni somigliava a una condoglianza. I ragazzi sono superficiali, non li perdono. E la preside mi ha tenuto fuori da tutto, non so nulla dell’inchiesta interna. So che mi ha tolto tre classi, questo sì, di nove che ne avevo. Ho temuto che me le togliesse tutte e nove».

In realtà si era immediatamente detta delusa dall’atteggiamento tenuto dopo l’accaduto da alunni e genitori. Si sarebbe aspettata scuse più reali, decise e tempestive. Invece si era quasi sentita sotto accusa. E in effetti c’era stato chi aveva preso le parti degli studenti, come la comica Luciana Littizzetto con la quale la prof ha battibeccato a distanza. Ma per quanto riguarda l’atteggiamento dei ragazzi, Finatti ha una sua convinzione. Tutto è accaduto, secondo l’insegnante, «perché cercano i follower, la condivisione sui social. E subito dopo cercano i soldi. Perché non hanno educazione, né un sentimento di riconoscimento del prossimo. Perché non si rendono conto di quello che fanno e io proprio non riesco a perdonarli».

Dopo il fatto, sono scattate le sanzioni a carico dei ragazzini da parte della scuola con sospensioni e richiami. Nessuna scusa – secondo la professoressa – da parte dei genitori ma anche assenza di solidarietà dei colleghi tanto da indurla a sporgere denuncia alla magistratura: la docente ha querelato infatti tutti e 24 gli studenti. Un genitore, per difendere il proprio figlio dalle sanzioni, è ricorso al Tar.

Ieri, in difesa della Finatti, ma anche per condannare i tanti casi di violenza nelle scuole, è intervenuto via Twitter anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara: «Sarò sempre dalla parte degli insegnanti aggrediti. Riportiamo responsabilità, serenità e rispetto nelle scuole». Ma anche Paola Serafin, che guida i dirigenti scolastici della Cisl Scuola: «Non ho informazioni dirette sull’episodio che in se è di una gravità inaudita, non deve esistere, non è accettabile. È un episodio che non può trovare giustificazione». Intanto la prof resta nel mirino, pare. Isolata e guardata con sospetto da colleghi, alunni e genitori. Perché come di solito accade, si inizia col sollevare un problema e si finisce col diventare un problema.

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