“Bannate i post sul vaccino!” Facebook e Twitter, scoppia lo scandalo

morto dopo il vaccino vaccini

Una piattaforma “segreta” attraverso la quale l’Agenzia sanitaria americana dava una mano a Twitter e Facebook, in piena pandemia, per oscurare i contenuti pubblicati da chi contestava l’efficacia e la sicurezza dei vaccini. La conferma del clima di repressione e caccia alle streghe vissuto negli ultimi mesi è arrivata in queste ore, con la diffusione di alcuni messaggi scambiati, per esempio, tra la funzionaria pubblica del Cdc (l’Agenzia di sanità pubblica Usa) Elizabeth Wilhelm e la dipendente di Google Irene Jay Liu: “Questo è il bar clandestino anti-disinformazione più cool”. Un’altra funzionaria del Cdc, Carol Crawford, veniva invece arruolata da Twitter per “combattere la disinformazione su Covid e vaccini”. Erano i giorni in cui alcuni scienziati iniziavano, per primi, a puntare il dito contro gli effetti avversi dei farmaci, mettendone in discussione anche la capacità di proteggere dal contagio. Puntualmente, contro di loro, scattava il bavaglio social.

Una verità venuta a galla soltanto ora, grazie allo sforzo della fondazione no profit America First Legale (Afl). Nonostante le resistenze del Cdc, che ha tentato di far calare una fitta nebbia sull’accaduto, l’ente è infatti riuscito a entrare in possesso della documentazione che prova l’intervento del governo americano sui media durante la pandemia, così come il rapporto tra le autorità sanitarie e i social.

L’Afl aveva avviato un’azione legale contro l’Agenzia di sanità pubblica americana nel luglio 2021, accusandola di aver violato le norme sulla libertà di informazione. Proprio in quei giorni, senza troppi giri di parole, l’allora portavoce della Casa Bianca Jen Psaki aveva annunciato che l’amministrazione Biden stava “collaborando con Facebook attraverso la segnalazione di post problematici che contribuiscono alla disinformazione”.

Dopo una lunga battaglia legale, l’Afl è riuscita a farsi consegnare i documenti che provano come il Cdc abbia segnalato a Twitter e Facebook post da rimuovere. Milioni di messaggi, come emerso, spazzati via dalla rete perché osavano mettere in discussione la sicurezza e l’efficacia dei vaccini. Mesi dopo avremmo avuto la conferma che quei dubbi erano, in realtà. più che legittimi.  www.ilparagone.it

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